Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: (da 1 a 5) |
5 marzo 2012 | KOMPAKT | whomadewho.dk |
Dopo averci ingolosito con Knee Deep, a neanche un anno di distanza i WhoMadeWho ritornano sulle scene con quello che secondo loro, almeno nelle intenzioni iniziali, è il “lato B” del succitato disco: stando alle loro dichiarazioni Knee Deep era solo l’antipasto, mentre questo Brighter è la portata principale.
E in effetti la durata maggiore dell’album e dei singoli pezzi suggeriscono un’attenzione maggiore dietro questo disco e la volontà di proporre al pubblico qualcosa di più elaborato e per certi versi più serioso. Il precedente lavoro presentava ancora qualche rimasuglio della loro attitudine più discotecara, che in Brighter è andata in calando fino a sparire quasi del tutto; elementi da musica dance sono ancora presenti, molte bassline e refrain hanno una chiara origine funkeggiante ma sono calati in un contenitore completamente diverso. Il tentativo probabilmente era quello di mantenere queste strutture dando però vita ad un disco che ne incarnasse il mood opposto; insomma, tentare qualcosa di unico e mai riuscito prima, al limite del folle. Una cosa che da questi tre danesi effettivamente ci si sarebbe potuti aspettare.
Se però si è animali da dancefloor dentro difficilmente si riesce a tradire la propria essenza, e il magro risultato di quest’album ne è la dimostrazione: un lavoro che non è nè carne nè pesce, non è abbastanza lirico per suscitare emozioni profonde, nè abbastanza ballabile per smuovere l’istinto danzereccio più o meno dormiente di chi ascolta. Singolare inoltre che il titolo del disco sia così depistante rispetto al suo contenuto; potrebbe essere anche questo indizio di un momento di sbandamento.
Naturalmente i WhoMadeWho non sono diventati improvvisamente incapaci, e questo album non è completamente da buttare. Qualche buona uscita qui e là c’è, e guarda caso è tra i pezzi che esternano l’anima più dance del gruppo, ossia The sun e The divorce, mentre nella base che accompagna Head on my pillow c’è il giusto bilanciamento tra elettronica, strumenti analogici ed effetti che ci si aspetterebbe da loro, oltre a un’interpretazione vocale più impegnata. Con Fireman l’atmosfera diventa più sognante, con eteree armonie vocali a sostegno della linea vocale principale, intervallata da un riff di basso con accenti sottolineati da una batteria elettronica. Il singolo Inside world, pur non brillando per freschezza, è orecchiabile quanto basta.
Il resto, spiace dirlo, ma è una riproposizione un po’ stantia di ciò che si era già sentito nel precedente album, con qualche tentativo malriuscito di innovazione. The end ad esempio con un wobble bass dal sapore un po’ dubstep, tenuto un po’ sotto, non ottiene il risultato sperato; in Below the cherry moon i tre riescono a coniugare bene il ritmo da “four on the floor” all’atmosfera più oscura del pezzo, tuttavia la melodia vocale che i tre propongono non è abbastanza convincente. Con Running man il trio danese si sforza di concepire qualcosa di più “raffinato” con un piano che fa capolino qui e là tra una bassline dallo stile disco, ma anche in questo caso il risultato è abbastanza insipido. Anche Greyhound, al suo termine, lascia quella sensazione di “l’ho già sentito”, ma non è una sensazione positiva. Stessa cosa dicasi per Skinny dipping, che ha pure l’aggravante di terminare con una parte strumentale un po’ raffazzonata e fuoriluogo.
Come spesso capita in questo campo, quando si hanno troppi pezzi da mettere in un disco si finisce col cedere alla tentazione del doppio album, anche se in questo caso proposto “a rate”: la cosa però riesce bene solo quando tutti i pezzi sono degni di nota, e perchè ciò accada è necessario essere una grande band, di quelle da annali della storia della musica, cosa che i WhoMadeWho – purtroppo per loro – ancora non sono. Se oltretutto si tiene conto che questo avrebbe dovuto essere il disco più importante tra i due usciti a breve distanza è palese il loro errore di mira; errore che sicuramente, viste le capacità che hanno, riusciranno a correggere al prossimo giro.