Bruce Springsteen – Wrecking Ball
Essenzialmente un disco rock ma con il cuore ben radicato nella tradizione folk, così come la mostravano le Seeger Sessions di We Shall Overcome. Che oscilla tra passione per la causa comune e amor di patria.
Essenzialmente un disco rock ma con il cuore ben radicato nella tradizione folk, così come la mostravano le Seeger Sessions di We Shall Overcome. Che oscilla tra passione per la causa comune e amor di patria.
C’è tutta quanta l’estetica adolescenziale di riferimento e ci sono le canzoni: che a prescindere dal non trascurabile apporto di Dalton e Morgan, viaggiano da sole, già belle e fatte. Mai come in questo caso, infatti, si scrive Lemonheads ma si legge Dando.
The Lion’s Roar è quello che è. Un folk cristallino, semplificato ad hoc, un esercizio di bella calligrafia da parte di un altro fenomeno internettiano tanto gradevole quanto fragile.
Abbiamo voluto attendere un po’ per recensire un disco così complesso come quello del Teatro degli Orrori, e ci sembrava che il nostro processo al disco fosse il modo migliore per affrontarlo. Accusa e Difesa, difficile scegliere, a voi la parola. Avete tempo fino al 20 marzo per votare…
Feist è un’artista che pure avendo dalla sua la stoffa del classico non si sottrae al confronto con il presente.
Un nuovo album di inediti, il ventesimo in una carriera, dove a contare sono soprattutto le sfumature.
I War on Drugs raccontano e citano un’Americana classica, ma trasfigurata in chiave noise, il risultato è un surround di suoni e rifrazioni, un’atmosfera ‘piena’ in cui è piacevole annegare.
Un compendio di quanto di buono fatto fin qui. Come con il ‘disco del cammello’, solo più in grande
I brani di Canali continuano a essere il miglior commento sonoro possibile ai nostri giorni: questi o quelli di due, quattro, dieci, venti anni fa.
L’esordio della ‘dolce metà’ dei Fiery Furnaces conta dieci tracce scritte con la perizia del navigato autore di hit e l’autonomia artistica di chi sa che, tanto, in top ten non ci entrerà mai
Il sospetto è che dietro una posa da autore sensibile e solitario si nasconda un entertainer da pianobar altrettanto valido
Casse che battono su tempi nervosi alla Bruce Springsteen. Gli Okkervil River tentano la scalata agli stadi?
Abbiamo incontrato telematicamente Madaski, cofondatore assieme a Bunna e anima ‘scura’ del gruppo, e per sfatare un paio di falsi miti….
Non solo una manciata di pezzi spogli, ma un vero e proprio “paesaggio sonoro” fatto di percussioni leggere, pizzicar di corde e archi finalmente sgravati dall’obbligo di fare le veci delle chitarre soliste
L’uomo maturo in cerca della pace interiore si arrampica sulla roccia più alta per ululare serenate alla luna: un’idea dal fascino beatnik. Ma l’idea da sola non basta a fare un disco