Roger Waters – The Wall live @ Stadio Olimpico di Roma, 28 luglio 2013

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Attitudine e Visual
Vertigini cinestetiche e pulsazioni visive e auditive che si scagliano contro un muro di 150 metri dipinto da suoni e immagini..sono queste le sensazioni dicotomiche che The Wall incarna e che Roger Waters riesce sapientemente a trasfigurare sul palco. Tra elicotteri in volo, martelli marziali, un maiale simbolico ormai tramutatosi in un cinghiale dal significato ancora più feroce, fantocci semoventi, visioni policrome di un mondo infestato da volti urlanti e anime sofferenti è la magia titanica di un’opera senza tempo come The Wall a prendere forma. In questo viaggio reale e surreale capace di travalicare ogni epoca, la follia vocale e scenica della figura di Waters è accompagnata da una nutrita schiera di musicisti (tra i quali compare il figlio Harry Waters, Dave Kilminster alle chitarre, Graham Broad alla batteria, il polistrumentistaJon Carin alle tastiere, chitarre acustiche e cori, Snowy White alla Gibson Les Paul e Robbie Wickoff, che sostituisce le parti vocali cantate originariamente da David Gilmour), mentre si fonde e scompare tra le bianche pareti di una barriera insormontabile. La meticolosità disarmante si sposa così a uno spettacolo visionario ed empatico che va al di là della musica, dentro e oltre la stessa.

Audio
Un live acusticamente ineccepibile. Un’acustica pulitissima, a tal punto da consentire la percezione nitida ed esatta dei singoli suoni provenienti da ciascun canale audio, accompagnata al senso di immersione totale e avvolgente generato dalla perfezione nell’uso della quadrifonia.

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Setlist/ Momento Migliore
(Outside The Wall)
In The Flesh?
The Thin Ice
Another Brick In The Wall Part 1
The Happiest Days Of Our Lives
Another Brick In The Wall Part 2
The Ballad Of Jean Charles De Menezes
Another Brick In The Wall Part 2 (reprise)
Mother
Goodbye Blue Sky
Empty Spaces
What Shall We Do Now?
Young Lust
One Of My Turns
Don’t Leave Me Now
Another Brick In The Wall Part 3
The Last Few Bricks
Goodbye Cruel World
Hey You
Is There Anybody Out There?
Nobody Home
Vera
Bring The Boys Back Home
Comfortably Numb
The Show Must Go On
In The Flesh
Run Like Hell
Waiting For The Worms
Stop
The Trial
Outside The Wall
La voce di Spartacus rimbomba…Waters parla in italiano ricordando che lo show è dedicato a Jean Charles de Menezes, un ragazzo brasiliano ucciso dalla polizia a Londra perché scambiato per un terrorista, e alle vittime del terrorismo di Stato di tutto il Mondo…poi tutto si costruisce e si distrugge mattone dopo mattone, brano dopo brano. Goodbye Cruel World è l’ultimo tassello della prima parte, Hey You è la breccia dolce della seconda. Roger Waters canta con un se stesso d’altri tempi proiettato sul muro in Mother, c’è poi la potenza e i bambini di Another Brick In The Wall, la poesia commovente di Comfortably Numb e tra le rovine risuona Outside The Wall.

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Pubblico
Pubblico eterogeneo, immenso (cinquantamila spettatori circa) e “generazionale” a simboleggiare l’eterna universalità di The Wall.

Locura
Mother should I trust the government?”…Risposta scritta sul muro: “Col cazzo”.

Conclusioni
Uno spettacolo che vale la pena di vedere almeno una volta nella vita, senza pensare al tempo che passa modificandone la sua percezione. The Wall live è un evento sempre attuale, sempre emozionante che esplode nella assenza della presenza, mentre un muro si fa specchio della memoria. Un’immensa metafora della vita, della fragilità umana, luogo evocativo di un disagio, di una rabbia intima e collettiva che tra le macerie di una barriera inconsistente vive nella rinascita, di una prigione fisica e sensoriale che apre le porte alla libertà.