Orcas – Orcas
È un disco minimalista questo, in cui la leggiadria la fa da padrone e la cura estetica rasenta la perfezione
È un disco minimalista questo, in cui la leggiadria la fa da padrone e la cura estetica rasenta la perfezione
A breve distanza dal precedente Knee Deep, tornano i danesi Whomadewho, che non riescono a mettere a fuoco quando di buono prodotto, la qualità c’è, ma manca il dono della sintesi.
I due orsi sono nel campo da tempo, e l’esperienza accumulata evidentemente gli ha permesso di sfornare un album originale e con dei colpi di genio che gli fanno fare un netto salto qualitativo in avanti.
Nonostante qualche strascico stilistico dal loro precedente lavoro, i We Have a Band dimostrano con questo disco voglia di crescere.
Un lavoro ben riuscito, merito di un encomiabile sforzo di contaminazione rispetto allo stile del capobanda Sam Genders, che è riuscito a dar vita a un disco di pregevole fattura che sicuramente non soffrirà troppo di complessi di inferiorità con i suoi omologhi contemporanei.
Ogni brano di questo Symeta è avvolgente, ma non come una calda rassicurante coperta, piuttosto come puo’ esserlo un invernale nebbia notturna, e solo chi non teme il mistero che cela vi si puo’ trovare a suo agio.
Usate meno droghe sintetiche, ma ascoltate a nastro Stade 2; l’effetto per i vostri neuroni sarà lo stesso, ma almeno non sarà irreversibile!
Questo Era extrana è il parto di una mente brillante e un animo sensibile, però ancora ingabbiato in uno stile che per il momento non riesce o non vuole modificare più di tanto
Un buon esordio, certamente però non il migliore dell’anno come i professionisti dell’hype si sono già affrettati ad etichettare
Siamo di fronte quindi a un disco pregevole, prodotto con un’evidente maestria e attenzione ai dettagli, ma che con un po’ più di coraggio avrebbe consegnato ai Ladytron le chiavi per l’accesso all’olimpo dei gruppi synthpop/dark
Quindi abbandonate l’adolescente alternativo che è in voi, scrollatevi di dosso i pregiudizi e immergetevi nell’ascolto del secondo album dei Friendly Fires
C’è da sperare che l’hype, mostro famelico sempre in agguato, specie quando si tratta di giovinette bionde, non esiga il suo tributo e rovini questo fiore appena sbocciato
Quindi, o voi gente dallo sculettamento facile, dimenatevi all’ascolto di questo album in attesa del prossimo, che sancirà se non solo il vostro bacino, ma anche la vostra voglia di qualcosa più elaborato e sfizioso, potrà contare definitivamente sugli Holy Ghost!
Questo disco d’esordio dei The Vaccines sicuramente può essere un piacevole diversivo da ascoltare, ma giusto per qualche giorno, soprattutto se siete ormai lontani dai problemi coi brufoli
i Whomadewho ci sanno fare, hanno una grande cultura musicale e talento nella composizione, e con questo disco si apprestano a lasciare un’impronta indelebile nel mondo dell’elettronica.