Rhumornero – Umorismi Neri

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Dopo i fasti degli anni 90, in cui il rock cosiddetto alternativo, ma anche quello leggermente più istituzionale, ha trovato una ragione d’essere grazie al fiorire di gruppi con la G maiuscola, gli anni duemila hanno regalato pochi motivi per sorridere in questo campo, schiacciati da un’inaspettata evoluzione di più generi che hanno preso vita nuova per bruciarsi dopo pochissimo tempo (il triste ritorno della new wave e lo sputtanamento dell’indie rock, soprattutto). E dei suddetti motivi del tirare una boccata d’aria fresca non ne trovo nemmeno dopo aver ascoltato questo ‘Umorismi neri’, debutto di Rhumornero, band toscana composta da quattro musicisti non certo alle prime armi (Prozac+, Death SS, Super B), le cui canzoni cercano di ripresentare quella fascinazioni del decennio scorso, con echi di Csi, Karma, Santo Niente, Timoria, ma senza la stessa qualità o appeal. Composizioni al limite della noia e dominate dal trionfo della banalità, sebbene supportate da una base ritmica ottima. E come al solito tutto sembra già sentito, anche la disperazione e l’oscurità che diventano macchiette e caricature (sono assai lontani i deliri dei Six Minute War Madness) associate a chitarre insignificanti da gruppetto rocchettone (anche se paradossalmente sento graffiare più i gruppi pop odierni). C’erano una volta dischi con muri di suono e parole di fuoco che ti facevano sbavare dalla rabbia o dal dolore. Una volta, forse non ora e sicuramente non qui.