Algiers – The Underside of Power

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Un’anima quantomeno coscienziosa non rimane indifferente allo scorrere della nostra epoca; difficile che chi abbia una cognizione, quantomeno di esistenza nell’attuale contesto storico, non si accorga dei terremoti in atto – ben altro rispetto al solito, ordinario movimento di rotazione o di rivoluzione della Terra.

Si rischia però di rimanere spesso inermi dinanzi agli eventi, alle paure, al corso delle cose; mai accesi da uno spirito rivoluzionario, quasi come spettatori in una sala cinema, felici e sereni dei propri pop-corn e della propria cola.

Non gli Algiers.

Basta il nome per capire l’intenzione di gente capace di andare oltre il coinvolgimento: non limitandosi al mero aspetto della contemplazione. L’ex trio di Atlanta, a cui si è aggiunto oramai in pianta stabile Matt Tong – ex batterista dei Bloc Party -, mettono in scena con il loro The Underside of Power quello che dovrebbe essere un sussulto consapevole e radicato nel vissuto umano.

Pensiamo all’impegno profuso dai Depeche Mode – di cui rimane ampia traccia in The Underside of Power – capaci di condurre il loro Global Spirit Tour (a margine del disco pubblicato a marzo) proprio tra i toni di protesta, e capiremo che aria tira.

Il trio di Atlanta si è mostrato fin da subito aperto e audace nell’innovazione e nell’interesse alle tematiche sociali, e gli stessi Depeche Mode se ne sono accorti; tanto da assegnargli il ruolo di apertura dei loro concerti per tutto il tour italiano: abili e arruolati per la rivoluzione.

Gli Algiers, dal canto loro, hanno usato fin dal primo lavoro un tono prevalentemente post-punk, addolcendolo con i synth, e riuscendo a toccare certe profondità dell’animo mediante un intreccio di soul e gospel che ben incarna (anche nel ricordo, nella storia) tutte quelle lotte che sono alla base della loro visione d’insieme.

L’ascolto li elegge come voce sopra le parti in un mondo in cui il futile fa rumore, creando l’illusorio piacere della leggerezza quotidiana, distraendo dalla ricerca di quei valori fondamentali che oggi l’uomo stesso mette in discussione.

Un disco dai toni forti, quasi come quelli distopici di Frank Miller, e le parole ben si legano con gli scenari creati da pezzi quali Death March e la furente Animals: sussulti metafisici e raffinatezze tecniche ricercate, senza tralasciare le asperità del vissuto, che ben poche volte riescono ancora a sconvolgere.

The Underside of Power non vuole essere solo un monito, ma rappresenta la metamorfosi che sta subendo il concetto stesso di “lotta” ai giorni nostri; fuori dalle abitudinarie vesti facinorose, torna in quel genio musicale, creando un sussulto rumoroso ma ben curato ed evoluto, capace di spalancare occhi e mente.

Data:
Album:
Algiers - The Underside of Power
Voto:
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