AA.VV. – E tu vivrai nel terrore

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Dopo avervi già recensito la recente compilation “Not of this Earth” ritengo doveroso informarvi della prima iniziativa del genere che la Black Widow realizzò ormai quattro anni fa. “E tu vivrai nel terrore”, una compilation in cui diversi artisti di questa nostrana label e non si cimentano nell’elaborazione di temi da colonne sonore di film dell’orrore puramente cult, realizzati in gran parte a registi come Lucio Fulci e Mario Bava (cui è dedicata l’opera) e Dario Argento.
Come da perfetto stile Black Widow troviamo qui sound tipicamente dei seventies con atmosfere dal sapore retrò: una scelta assolutamente felice, dato che si tratta nella maggior parte dei casi di film realizzati in quell’epoca o negli anni ’60, qualche eccezione più recente a parte.
Ciò che rende succulenta questa compilation è il libro che vi è incluso, intitolato “Incubi notturni – Dead of night”, contenente un’interessantissima storia del genere horror e piccole didascalie con le principali informazioni su ogni film preso in causa nella realizzazione della compilation.
Ma veniamo all’album, che è doppio: ventinove brani ad opera di altrettanti artisti, che devono “solo” ricreare le atmosfere inquietanti degli horror considerati, ispirandosi alle rispettive colonne sonore. Pur conoscendo solo alcuni di questi film, posso affermare senza timore che ognuno è riuscito nel suo compito, rari sono gli album capaci di creare atmosfere così lugubri ed inquietanti ed è difficile scegliere chi fra essi sia stato il migliore.
Dopo l’intro di Eugenio Mucci degli Akron, che ci annuncia l’ingresso in un mondo spettrale, tocca praticamente ai Death SS aprire le danze – macabre – con una rielaborazione del tema di “The Omen”, una magistrale versione in chiave doom sinfonica della leggendaria “Ave Satani” capace di mettere i brividi; complimenti alla band quindi, non nuova a sorprese di questo genere (e se non ci credete consiglio vivamente un’ascoltatina a “Black Mass”). Nel primo CD oltre alla band di Steve Sylvester spiccano i nomi dei francesi Northwinds con “Mask of Satan”, pezzo in puro stile prog anni ’70 che alterna momenti apparentemente idilliaci ad altri semplicemente da incubo in un contrasto davvero magistrale; i Malombra che tirano fuori un pezzo doom raggelante, con la baritonale voce di Mercy, il basso di Mario Paglieri e l’ammaliante voce di Donatella Sassi a far da contralto ; gli Akron di Nicolini con la sinfonica “Il mulino delle donne di pietra”, in cui troviamo un Mucci eclettico alle prese con inquietanti growl, scream e acuti; una versione prog del tema de “L’esorcista” ad opera dei genovesi Presence assolutamente da sentire; o i francesi Iconae che armati di tastiere, organo e due ottime soprano ci offrono una rielaborazione semplicemente diabolica di “Mater Tenebrarum”, tema di “Inferno” di Dario A argento. Chiude la prima parte dell’opera un altro pezzo progressive, “Necropolis” degli italiani Standarte, gruppo purtroppo poco conosciuto – e anche difficilmente reperibile, purtroppo – nei confronti del quale un ascolto è semplicemente doveroso.
Il secondo CD ci offre altri pezzi memorabili: una versione di Claudio Simonetti del tema di “Alien” apre con un breve excursus nel mondo horror fantascientifico (si poteva tralasciare un capolavoro di quel genere? Non credo proprio…). Alle giapponesi Ars Nova il compito di ricreare il tema di “Poltergeist” e non c’è che dire, le loro tastiere ci riescono in maniera sublime, note semplici, limpide, assolutamente melodiche eppure quelle dissonanze lasciano presagire davvero qualcosa di brutto. Gli Helden Rune portano un po’ di dark wave con “Nocturnal voice”, un pezzo che rende onore al suo titolo, assolutamente noir. Da non perdere “Irrealtà di suoni”, breve ma intensissimo pezzo dei Morte Macabre, che altro non sono se non un progetto parallelo dei grandissimi Anekdoten, così come la “Macabro suite” degli ottimi ‘Il segno del comando’ e un altro pezzo prog di assoluto rilievo, “Suspiria et…” di The Black.
Alla fine ho optato scegliendo alcuni titoli, ma l’intero album presenta artisti e canzoni di livello assoluto, di carne al fuoco per così dire ce n’è davvero tanta. “Not of this Earth” è un bel viaggio di 160 minuti in un mondo oscuro ma incredibilmente affascinante, 160 minuti da spendere leggendo il bel libro allegato al doppio CD.
Un album di livello assoluto per tutti gli amanti delle atmosfere horror e del progressive, non fatevi traviare dal fatto che sembri “solo” una compilation perché non lo è, si tratta al contrario di un progetto dall’elevato livello artistico e ottimamente realizzato che non mancherà di soddisfarvi.
In definitiva, un acquisto consigliatissimo.