Kraftwerk – Tour de France Soundtracks

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A distanza di 17 anni dall’ultimo album ufficiale (“Electric Café”, 1986) e a tre dal singolo realizzato per l’Expo 2000 presso Hannover, ecco il ritorno dei teutonici signori dell’elettronica, i Kraftwerk. L’occasione anche stavolta è di interesse storico: i nostri infatti, prendendo ispirazione da un EP di esattamente vent’anni fa dedicato al Tour de France, pubblicano stavolta un intero album dedicato alla Grande Boucle, che ha compiuto quest’anno il prestigioso traguardo del centenario.
Ma com’è quest’album, di cui da qualche settimana stiamo vedendo il video del single, perfetto e suggestivo come sempre? Francamente, le mie aspettative sono rimaste molto, molto deluse: l’impressione avuta è quella del classico album realizzato con molto mestiere, ma che nulla aggiunge a quanto fatto finora dai quattro tedeschi.
Infatti, dopo il suggestivo prologo, parte il primo pezzo “Tour de France – Etape 1”… bei suoni, ottima produzione ok, però non riesco a capire, parole in un robotica francese a parte, che idea i Kraftwerk vogliano suggerire con questo pezzo. Dinamicità? Suggestivi luoghi francesi? La fatica dei corridori? In tutta onestà, non trovo proprio niente di questo. Potrebbe essere una valida colonna sonora legata a un video come quello del single, però lasciata così a sé stessa abbiamo una canzone che ci trasmette ben poco. Il pezzo si prolunga nelle successive “Etape 2” ed “Etape 3”, due pezzi in cui cambia praticamente solo la voce e sembrano, anzi, sono due remix! A questo punto concedetemi di dirvi che la cosa mi ha fatto abbastanza innervosire, quattro pezzi su dodici che fanno sembrare un album un mega-single pieno di remix sono una presa in giro bella e buona.
A questo punto vediamo se le cose migliorano in “Chrono”… e invece no, cambia solo la durata del pezzo, che è l’ennesima “variazione sul tema”. La tentazione di tirar fuori il CD si fa sempre più forte.
Finalmente qualcosa cambia con “Vitamin”, un classico pezzo elettro-pop come solo loro sanno fare; nulla di esaltante a dire il vero, un pezzo simile ricorda fin troppo “Computer World/Computer Welt” (1981), ma se non altro la monotonia dell’album è stata interrotta. “Aero-Dynamik” è praticamente un pezzo techno, con un remix non troppo eccessivo e un po’ più di BPM potrebbe diventare una hit da discoteca; “Titanium” altro non è se non un prolungamento di questa traccia appena descritta.
Ben riuscita “Elektro-Kardiogramm”, cui i campionamenti del battito cardiaco e della respirazione danno un significato concreto, anche se alcune sue musiche sembrano un’autocitazione, da “Electric Café” stavolta. Per “La forme” e “Regeneration” vale lo stesso discorso di “Aero-dynamik” e “Titanium”, ossia la struttura “pezzo vero e proprio + outro”; anche qui abbiamo di fronte un pezzo fatto più di mestiere che di sostanza e che a chi di voi già avesse dimestichezza con questa band suonerà come “già sentito”. L’apice della presa in giro giunge però solo alla fine, con “Tour de France” che altro non è se non un remix del pezzo del 1983.
Altro non mi resta da dire se non del fatto di essere estremamente deluso da questa in felicissima uscita dei Kraftwerk: sia ben chiaro, loro sono stati degli innovatori ed è incredibile come le loro soluzioni siano ancora oggi assolutamente moderne. Tuttavia regalare un “nuovo album” fatto di remix, ripetizioni ed autocitazioni è una presa per i fondelli bella e buona che degli artisti simili non dovrebbero neppure sognarsi di fare.
A malincuore, altro non mi resta se non di sconsigliarvi l’acquisto di questa malriuscita “soundtrack”.