Melissa Auf Der Maur – Melissa Auf Der Maur

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Diciamo che se Melissa avesse fatto un disco proporzionale alla sua bellezza avremmo avuto un the bends di Thom Yorke, ma in tal caso Thom yorke avrebbe fatto un disco brutto come … quello di Melissa.
Il disco in 2 parole? Finto e Fastidioso. E’ il classico disco che dopo 10 minuti ti sei scordato di aver messo su tanto è innocuo e inoffensivo. Come definirlo? Rock sarebbe una bestemmia per molti artisti, alternative sarebbe una bestemmia per molti altri. Personalmente lo definirei un Alternative-guitar-pop di stampo americano. Si perchè a mio avviso il disco è di una piacioneria pop immensa, un lp che tenta di essere accattivante e seducente ma si perde in banali canzoni. Melissa sembra non aver imparato niente della sua precedente carriera, e sembra aver preso il peggio che poteva uscire da Celebrity skin (praticamente, diciamocelo, tutto l’album) e il peggio che poteva uscire dagli ultimi Smashing Pumpkins (ovvero gli Zwan). Il suono generale del disco mi lascia abbastanza disgustato, si respira quell’aria di Rock da hollywood, fatto per scena, credibile quanto una Courtney Love che si professa riottosa vestendo Versace. La rabbia (rabbia? diciamo nervosismo) di alcune canzoni (lighting my girl, Beas of honour) perdono totalmente credibilità per via dei loro suoni perfettini e curati, tanto da risultare così eccessivamente lavorati e curati da risultare falsi. Le canzoni poi si perdono in strutture ovvie e scontate risultando alla fine quasi insopportabili ( i need i want i will), pronte per far breccia quanto basta nella classifica come quelle degli Zwan, ma se lì si sentiva che c’era gente che almeno in fatto di musica non era proprio l’ultimo arrivato qua gli spunti in cui il gruppo potrebbe veramente dire qualche cosa di sensato vengono cancellati, racchiusi a forza in 3-4 minuti di canzone. La scossa maggiore l’ho però avuta con Real a Lie e la seguente Head Unbound. Mi è preso un colpo, mi sembrava di sentire addirittura gli Sleeper! chiusi in una sala di prove con a disposizione solo Ibanez e distorsori.
Unica nota positiva del disco è la voce di melissa, che fortunatamente non si perde in eccessiva aggressività stile Brodi Armstrong e anzi da il meglio quando è limpida , sospirata e emotiva.