Dave Matthews – Some devil

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Camminavano in cinque, uno accanto all’altro, decisi e compatti. Poi uno di loro ha allungato il passo e si è allontanato. Solo per un momento comunque, per aprire e chiudere una parentesi: senza nessun rancore. Anzi. Gli altri quattro hanno raggiunto il fuggiasco dopo pochi mesi per un incredibile concerto gratuito nella splendida cornice offerta dal Central Park di New York. Di chi stiamo parlando? Bé, i cinque di cui sopra sono la Dave Matthews Band al gran completo ed il fuggiasco è proprio lui, Mr. Matthews che nell’ottobre 2003 si è preso una breve vacanza dal gruppo ed ha fatto uscire quel progetto solista che covava da tanto tempo. L’album in questione si intitola “Some Devil”, ed è stato registrato a Seattle nello studio di proprietà di Stone Gossard (chitarrista dei Pearl Jam) in compagnia del grande amico Trey Anastasio dei Phish e della Dirty Dozen Brass Band e prodotto da Stephen Harris. Il titolo del disco non è scelto a caso: Dave fa i conti con la sua vita, con i suoi problemi (l’alcol in particolare) ed usa le sue canzoni proprio per esorcizzare i suoi demoni. L’atmosfera generale di questo lavoro è infatti molto intima e malinconica, piena di sussurri, parole sottovoce, preghiere e segreti grandi e piccoli.
Dopo aver premuto il tasto play sul lettore sembra quasi che Matthews stia entrando in punta di piedi nella stanza mentre sono solamente le prime note in crescendo di “Dodo” che giungono alle orecchie a dare quella sensazione. Segue “So Damn Lucky”, una canzone che non si allontana molto dalle ultime produzioni del gruppo del musicista americano, che apre la strada a “Gravedigger”, il primo singolo (riproposto in coda al cd in versione acustica). Un pezzo a cui non manca nulla: buon testo (Dave finge di essere in un cimitero e racconta la vita di persone passate a miglior vita guardando le incisioni delle loro lapidi) e gran ritornello (“Quando scaverai la mia fossa/ non farla profonda/ così potrò sentire la pioggia”). È cupo, a tratti gotico, ma ciò che viene fuori è positivo, è pura voglia di vivere. In “Some Devil”, che ci presenta il solo Matthews in un’inedita versione voce + chitarra elettrica, è invece tempo di confessioni. Da qui in poi l’album perde un po’ di tonalità scure e fa posto ad uno squarcio di luce, che si amplierà sempre di più fino alla fine del disco, portato da “Trouble”, “Grey Blue Eyes” e “Save Me”. La produzione è semplicemente perfetta: i suoni delle chitarre (sia acustiche che elettriche) in particolare sono molto caldi, pieni di colore e sfumature, e fanno da contraltare alle atmosfere cupe a cui si accennava in precedenza.
Insomma questo lavoro solista ha ragione di essere e ascoltandolo si capisce l’esigenza di Matthews di pubblicarlo separatamente dalla band che porta il suo nome. “Some Devil” è una raccolta di canzoni più che buona in cui il cantautore di origine sudafricana mostra di aver capito la lezione di Glen Ballard con il quale ha lavorato a “Everyday”, penultimo album della DMB. Ballard è riuscito a far capire al suo allievo l’importanza della semplicità e della sintesi nello scrivere canzoni.
Piccola nota per i fan di Matthews: questo disco è uscito anche in versione digipack con un cd bonus contenente cinque brani live acustici in coppia con il fido chitarrista Tim Reynolds.