Sickhead – Abuse

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Un calcio ben assestato nello stomaco. Questa è la sensazione che lascia l’ascolto del primo full-lenght dei torinesi Sickhead, “Abuse”. Otto tracce infuocate, violente, potenti, arrabbiate, pesanti e malate, suonate con enorme convinzione e ardente passione per ribellarsi e dire la propria contro “il grande circo mediatico, dove è obbligatorio altrimenti sei meno di nulla”. Attitudine hardcore + metal + thrash: questa è la formula messa in pratica con ottimi risultati dai Sickhead, band attiva sin dal 1996, che si colloca a metà strada fra band come Sepultura ed Hatebreed. Di questi ultimi hanno l’attitudine e il cantato di stampo tipicamente hardcore mentre dei primi hanno la pesantezza delle chitarre ed alcune atmosfere tribali. “You Are In A Box”, il primo brano del disco, è probabilmente il pezzo più rappresentativo di questo gruppo per quanto riguarda sonorità, dinamiche e arrangiamento: puro metal-core o, se preferite, hardcore portato di peso nel nuovo millennio. Nel corso dei 30 minuti di questo lavoro uscito per la Loudblast, davvero una grande etichetta per musicisti di questo genere, non c’è mai una caduta di tono e la tensione creata dai cinque ragazzi di Torino è alta e costante: la coerenza e la qualità che si ritrovano nella pura violenza di pezzi come “Red”, “Pain And Catharsis” e “Blind Drop Down” dimostrano ampiamente le grandi qualità dei Sickhead. Se proprio bisogna trovare un difetto a questo “Abuse” si potrebbe dire che i suoni delle chitarre non sono molto ricercati e un po’ troppo sporchi e che le soluzioni adottate nello svolgimento di alcuni brani non sono molto originali… ma chissenefrega! Nel complesso “Abuse” è davvero un buon album: se questo è lo stato della musica alternativa in Italia, allora non siamo messi affatto male.