Andrew W. K. – I Get Wet

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E’ il 2001 ed è da un paio di mesi che, a detta di tutti, il rock non sta benissimo ed ha bisogno di un salvatore. I candidati a questa grande impresa sono molti, ma molti di più sono quelli candidati a forza, quelli cui viene puntato minacciosamente un dito addosso al grido di “il rock sta male, salvalo!”. Gli incriminati, invece di farsi prendere dal panico o fermarsi a riflettere e di conseguenza dedurre che non c’è niente da salvare, ne approfittano per guadagnarsi il loro quarto d’ora di notorietà sperando di ampliarlo il più possibile. Cavalca l’onda finchè sei in cima…

Ecco quindi spiegato come mai, a metà 2001, la stampa impazziva per Andrew W K, un ragazzotto un po’ troppo cresciuto che con la sua scalcinata band impazzava su palchi e riviste spaccandosi naso e sanguinando copiosamente (eh, ognuno ha il suo modo per attirare l’attenzione). Personaggio o meno a parte I Get Wet è l’esordio discografico (se non si conta la sua precedente, sconosciuta band) di Andrew WK dove il WK sta per White Killer, che “fa più fico” di Wilkes-Krier, cognomi dei genitori.

Il disco, bisognas ammetterlo, è pura monnezza ma allo stesso modo è spassosamente divertente: un ingenuo mix di meal-hard rock e pop, scemo quel tanto che basta per non essere avvicinato ai Metallica e serio quel tanto che basta per non identificarlo in una Avril Lavigne. Il trucco di tale divertimento è l’uso scanzonato e senza vergogna di tastiere Bontempi su arrangiamenti tipicamente anni 80 e ritmi molto catchy, un bel rispolvero di Ac/DC e Kiss, una buona dose di overdrive e tanta, ma tanta voglia di fare casino,
pure troppa se pensate che metà album viaggia al grido di “Party party”, fanno di Andre Wk un moderno Meat Loaf.
Impossibile però non farsi prendere dalla godibile idiozia musicale di brani come Party Hard, She’s Beautiful fino all’epico finale di Don’t Stop Living in the Red.

Di per sè quindi niente per cui strapparsi i capelli, ne tantomeno potremmo definire qusto disco la medicina giusta per il rock, ma allora perchè tanto entusiasmo? perchè tanto coinvolgimento?

Semplice: perchè Andre Wk lo conosciamo, lo abbiamo sempre conosciuto. E’ quel nostro amico tra le medie e il liceo, quello che in macchina aveva sempre quei gruppi assurdi (Obituary, Napalm Death) e guidava facendo head banging, quello che stava perennemente a fare air guitar con un vecchio walkman nellle orecchie e, ogni volta che si giocava a calcetto, tutti con tenute più o meno coerenti, si presenteva con i calzoncini jeans e la maglietta nera degli Iron Maiden, per terminare a fine partita con i lunghi capelli sudati appiccicati al volto. Quel nostro amico che ci è sempre stato simpatico forse perchè affascinati da quelle sue “stranezze” ed “eccessi” musicali che in fondo in fondo siamo sempre stati curiosi di conoscere.
Ecco questa è l’occasione per svelare quell’arcano mistero che ci premeva di sapere.
Starà però solo a voi decidere se ne è valsa la pena o no…