Neffa – Chicopisco

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Per chi non lo sapesse, Neffa non è sempre stato quel simil-cantante soul per il quale si spaccia ora facendo stragi di ragazzine su Mtv: il personaggio in questione è stato per l’Hip Hop italiano il rappresentante più brillante.
Dopo l’esperienza di “107 Elementi”, Neffa torna in solitaria senza neanche essere accompagnato dallo storico compagno Deda con questo per nulla pubblicizzato EP, che si rivela essere quantomeno stupefacente. Probabilmente influenzato dal cantante Al Castellana – che aveva partecipato al disco precedente – l’EP risente molto positivamente di sonorità soul e dell’amore di Neffa per il funk anni ’70, seguendo un’immaginaria linea di contatto col lavoro antecedente e lasciando definitivamente da parte – per chi ci sperava ancora – un secondo capitolo dell’esperienza Sangue Misto; aumenta in maniera proporzionale a questo la presenza di refrain cantati e di sperimentazioni vocali a titolo di vocoder. E questo non è da sottovalutare se si pensa al lavoro come testamento definitivo dell’abbandono dell’artista al mondo del rap: insieme al cambio d’ambiente musicale Neffa ci pone davanti ad un totale estremismo metrico, nel quale la sperimentazione delle parole e della ritmica viene portata all’esasperazione fino ad arrivare all’ermetismo, che si tratti di brillanti derivazioni funk e soul (“Gran Finesse”, “Funk-a-un” “Stare Al Mondo”) che di puri momenti di introspezione (“XYZ”, “L’Incognita”); uno studio perfetto che porta la ricerca stilistica al suo punto massimo nel quale decolla l’intricatissimo incastro di rime come a voler segnare la fine della sua epoca donando l’essenza – e soprattutto l’estetica – del suo stile e forse anche un non tanto implicito “provate a prendermi”. Inafferrabile ed inarrivabile: unico. Un punto di svolta conscio del fatto di aver chiuso un periodo in maniera egregia, germinando, in piccolo, in quello che sarà il nuovo Neffa. Non capolavoro, ma incredibile esercizio.
“Sentimi ma non puoi prendermi, credi di conoscermi e forse finirà cosi: io sono l’incognita, l’incognita chiusa dentro l’anima”. E che nessuno dica che non ce l’aveva – forse sfortunatamente – già detto.