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Autore, musicista, giornalista e scrittore di romanzi, Elliott Murphy è una di quelle rare persone che incarna alla perfezione il concetto di artista eclettico e che a 32 anni dal debutto ha ancora molto da dire e da dare al suo pubblico, sia coi suoi album in studio che con le sue esibizioni dal vivo. Amico e collaboratore di artisti come Bruce Springsteen, per il quale fece da opener in diversi concerti negli anni ’80 e con cui duettò nell’album “Selling the Gold”, Phil Collins e Mick Taylor, Elliott probabilmente avrebbe potuto ottenere una fama ben maggiore di quella che gode attualmente: i suoi album degli anni ’70 – il debut “Aquashow” del 1973 e “Just a Story from America” del ’77 in particular modo – impressionarono notevolmente pubblico e critica al punto di diventare dei sold-out, e per l’artista newyorkese sembrava prospettarsi una carriera radiosa. L’energia con cui suonava, anzi, suona la sua chitarra e l’armonica, l’intensità e la poesia dei suoi testi spesso paragonati a quelli di Bob Dylan, le doti canore e la bellezza della sua musica sembravano proprio essere le credenziali per la nascita di una nuova superstar. Ma il mondo dello show-business probabilmente non faceva al caso di Elliott, che per sua stessa ammissione si è ritrovato «per scelta e necessità» a imboccare la strada delle produzioni indipendenti all’inizio degli anni ’80. Una scelta forse difficile, ma che col senno di poi si è rivelata sicuramente la migliore per uno spirito libero come lui, e con ogni probabilità è anche per questo che all’età di 55 anni ci troviamo di fronte a un musicista genuine con una gran voglia di suonare e di divertirsi col proprio pubblico: assieme al fidato, funambolico chitarrista Ollivier Durand (qui alle prese con la sua acustica e col dobro), Elliott Murphy vanta una media di 100 concerti all’anno in Europa, divenuta ormai la sua seconda casa dopo il trasferimento a Parigi nel 1989. “Never say Never – The best of 1995-2005… and more” è una raccolta in cui il nostro artista celebra gli ultimi 10 anni di attività del nostro artista dal 1995 ad oggi. Elliott ha scelto personalmente i 10 pezzi a suo avviso più significativi dagli album “Selling the Gold”, “Beauregard”, “Rainy Seasons” e il doppio “Strings of the Storm”. Fra i pezzi scelti spiccano sicuramente “Come on Louann”, gioiosa canzone d’amore in cui la voce e l’armonica di EM la fanno da padrone, “Small room” con le sue fantastiche atmosfere in stile country, la dolcissima “A little push”, pezzo che ad ogni ascolto non manca di stupirmi per la sua delicatezza, una splendida dichiarazione d’amore appena sussurrata dalla ruvida voce del nostro artista… e ancora “Ground Zero”, personale e vissuto omaggio alle vittime dell’11 settembre, “On Romeo Street” con i suoi arpeggi di sapore latino, il superbo duetto col Boss in “Everything I do (leads me back to you)” a chiudere l’album… sì di carne al fuoco ce n’è davvero tanta e la qualità di questi dieci vecchi brani è davvero eccelsa e senza cali. Giustamente qualcuno potrebbe obiettare che dieci pezzi sono pochini per una raccolta, ma non è il caso di preoccuparsi, perché ad essi vanno aggiunti quattro inediti meravigliosi, a testimonianza dell’attuale stato di grazia del nostro artista: ecco che la raccolta è aperta dalla title-track “Never say Never”, una splendida rock ballad, anzi, un vero e proprio inno alla speranza e alla libertà; i restanti inediti sono concentrati fra le tracce 9 e 11, in cui troviamo la scanzonata “Dirty Old Man”, un brano che è una dedica a Bukowski e nel quale viene fuori tutta la vena ironica di Elliott, certamente il pezzo più divertente dell’intero album; seguono l’intensa e nostalgica “My father’s house”, fra gli inediti forse quello che meglio di tutti esprime l’infinita classe di Elliott come autore e interprete, ed infine “Long time coming”, una pura e semplice love song, il classico lento da godersi preferibilmente in buona compagnia. Abbiamo in definitiva 14 brani che ci accompagneranno per oltre 70 minuti… come? Non vi basta? Beh, poco male, nella bella confezione in digipak è incluso un succulento DVD con le riprese dal vivo di cinque lunghi classici, una parte live godibilissima nonostante la regia chiaramente amatoriale, una ricca photo gallery, la discografia e i videoclip di “A little push” e “Caught short in the long run”. Una raccolta realizzata davvero alla perfezione e piena di motivi d’interesse che in definitiva consigliamo a chi volesse scoprire il fenomenale Elliott, che fra l’altro sta facendo finalmente anche i vecchi, introvabili lavori, ma anche ai fan di vecchia data, alla luce della qualità dei nuovi brani e del materiale contenuto nel DVD.