Menomena – Under an Hour – music for modern dance

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Il ring è polveroso, illuminato male e praticamente senza pubblico, probabilmente a causa della mancanza di pubblicità che l’incontro ha avuto, ma del resto anche la scorsa sfida s’era svolta più o meno nelle stesse condizioni ambientali un anno fa. In un angolo l’ascoltatore un po’ impaurito, nell’altro questo pugile semisconosciuto ma fortissimo noto col nome di Menomena. L’ascoltatore teme che si ripeta quello che è successo la volta precedente, in quell’incontro “I am the fun blame monster” dove le ha prese di santa ragione facendosi gonfiare da nove pugni musicali di quelli che ti lasciano stranito, e ancora oggi ne paga le conseguenze ritornando su quelle nocche, perché botte come “The monkey is back” o “Strongest man in the world” difficilmente si dimenticano. L’avversario Menomena invece pare molto cambiato in quest’anno, ma a match iniziato la storia si ripete anche più velocemente, e qua bastano i primi due cazzotti per trovarsi ko. Com’è il nuovo disco dei Menomena? “Under an hour” è totalmente diverso dal precedente, sotto tantissimi punti di vista: Solo tre canzoni, lunghissime, strumentali, meno aggressive, ma del resto stiamo parlando della colonna sonora di un balletto moderno. La prima traccia “Water” colpisce per la sua raffinata dolcezza, un brano di musica classica moderna interpretato da un gruppo di musica elettronica, dove il pianoforte la fa da padrone e che non può non piacere per classe, purezza della composizione, semplice bellezza. E la seguente “Flour” come può essere se non totalmente diversa? Un esperimento perfettamente riuscito di jazz-rock dove a comandare sono i fiati, un brano travolgente, perfetta evoluzione nell’economia dell’album. L’ultima canzone del cd è invece una mezza delusione, torna l’elettronica, ma senza mordere se non per due o tre minuti verso il finale, in questo caso il pugno va a infrangere l’aria, ma gliela perdono dopo aver ascoltato i primi due terzi di questo disco. Al prossimo incontro, sperando di pigliarne ancora tante d botte simili, capaci di fare così bene a un semplice ascoltatore.