Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: |
Sono le dieci del mattino, c’è il sole e mi sono svegliato un’ora fa per studiare. In casa non c’è nessuno a parte il cane che mi gironzola attorno, mentre aspetto il caffé che si prepara lentamente ad uscire gorgogliando. Nell’aria faccio scivolare delle note suadenti, accompagnate da un canto angelico che ti fa iniziare bene la giornata, con gioia, capace di rilassare e che allo stesso tempo sembra far danzare i raggi di sole che entrano dalle finestre prima che vadano ad infrangersi contro i muri bianchi o a rimbalzare contro il vetro che ricopre i quadri. “Finaly we are no one”, il primo disco degli islandesi Mùm per me è questo, qualcosa di magico come la rugiada raccolta nelle foglie, un modo per colorare una mattina di freschezza nella sua intima bellezza musicale. “Green grass of tunnel” saltella giocando come quel suono da “pallina da ping pong” che la caratterizza nella litania che la rende splendida; “We have the map of the piano” scorre come un ruscello ad allietare le orecchie, “K/Half noise” sorride nella sua grazia attraverso le note e la conclusiva “Land beetween solarsystem” saluta lentamente augurando buona giornata. Un disco semplicemente bello, per me il migliore di questo gruppo che come la sua terra ha sapore di ghiaccio e calore, che sa essere fresco e perfetto anche dopo qualche anno dalla sua uscita. La fredda mattina di dicembre diventa un sogno con questa musica e non posso che apprezzare questo disco che dallo stereo riesce a portarmi queste sensazioni, anche se solo per un’ora, ora che però sa far iniziare meglio una giornata.