Laghetto: The Death of Angela Cavagna

Serata sponsorizzata dai fazzoletti di carta per me quella di ieri, ma non sarà certo un raffreddore a fermarmi se a suonare è uno dei gruppi che più ho ascoltato ultimamente. Ad aprire la serata ci pensano gli Adele, formazione dell’entroterra ligure che propone un buon indie-rock principalmente strumentale, e questo è un bene, perché sinceramente la voce del cantante non riesce a conquistarmi, particolarmente per l’impostazione che secondo il mio debole parere male si adatta alla musica che invece risulta veramente ottima. Alla fine dei conti il loro concerto è comunque piacevole da sentire e dimostra le ottime idee della band. Nonostante fuori ci sia il golpe noi siamo tranquilli dentro al Buridda e pronti ad accogliere uno dei migliori gruppi hard-core italiani: “Buonasera a tutti, noi siamo i The Death of Angela Cavagna”, e dalle prime note di “Avril Lavigne” parte un delirio unico sia sopra che sotto al palco. Al centro dell’esibizione l’ultimo cd “Pocapocalisse” che viene proposto con uno show semplicemente unico: era tanto che non mi divertivo così tanto ad un concerto. Veramente emozionante il momento della declamazione sulla base di “I movimento adagio lento…” di “Voi scrivete… io vi rispondo”, la raccolta delle lettere inizio anni ’90 scritte a colei che dà nome alla band: Angela Cavagna. La chitarra di Tuono Pettinato poi farebbe muovere le natiche anche ai sordi, basta guardarlo per venire totalmente rapiti da una delle figure più carismatiche della musica italiana. I Death of Angela Cavagna acquistano anche un quinto elemento durante la conclusiva “Piovo” promuovendo l’entrata nella band de “lo sciroccato della prima fila”, ossia un tizio esagitato e visibilmente alterato, dimostrando la capacità di trattare anche con i fan più molesti. Delirio? Il concerto è stato esattamente come descritto, divertentissimo ma senza rinunciare alla buona musica, anche se “la musica è brutta”. A parte gli scherzi ieri sera ho avuto la conferma della bravura dei Laghetto, della loro simpatia e della grinta con cui sono capaci di travolgere gli ascoltatori anche dal vivo. Finito il loro concerto il malanno ha preso il sopravvento su di me impedendomi di seguire gli americani A day in black and white, me ne sono tornato a casa un po’ a malincuore, ma totalmente soddisfatto.