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Con questo demo del 2004, ancora quando si facevano chiamare semplicemente Box84, i romani Eilfuorieildentroeilbox84 mettono in luce molte loro qualità: saper essere provocatori non banali, ma soprattutto saper suonare con stile senza dover per forza pagare dazio ad uno stile o ad un genere preciso. “Frastuono” funziona da intro, prepara il campo e ti fa sorgere dubbi su cosa si può dire, su cosa si può fare e su come si possa suonare, ed è giusto che sia così. Poi, in “Buchi rosa” si trasformano in una creatura mutevole, una sorta di versione dei Marta Sui Tubi più rock, elettrica e colma di effetti. E il suo effetto lo fanno, da ascoltare quell’emblematica pausa sonora, quella ripetizione persistente delle parole arrestato-agghiacciato-assiderato che porta di colpo ad un gran finale. Le numerosi voci e i suoni televisivi sono la cornice migliore per “L’urlo”: Biscardi che dà la notizia del pallone d’oro a Sheva, Camila Raznovich che parla della penetrazione anale a Loveline, le pubblicità insistenti e irritanti che sono tutto intorno a noi o, peggio ancora, dentro di noi portano ad un delirio antitelevisivo in cui la frase “Occhi rossi stanchi, troppe parole, cervelli sgonfi cambiano canale” rimane il fulcro. Evitare l’assuefazione è l’obiettivo del trio, sia quella delle idee che quella sonora. “Terre” richiama idealmente le sperimentazioni della seconda traccia, sebbene musicalmente sia molto distante. Il risultato però non è incisivo come dovrebbe. “Perdifiato” è pazzia trasformata in una corsa giocosa tra musica e parole. Mi ritrovo a gridare “Talco mentolato” senza motivo apparente, o forse perché sono riusciti a coinvolgermi più di quanto pensassi. Perché alla fine loro sono così: profondamente italiani e profondamente sinceri.
Contatti: www.eildentroeilfuorieilbox84.org