Uochi Toki – Laze Biose

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In un supermercato a certe ore c’è gente di tutti i tipi, qualsiasi estrazione sociale, di diverse formazioni intellettuali. In mezzo a loro c’è un ragazzo che da un momento all’altro tira fuori un fucile mitragliatore da sotto la giacca e inizia a sparare a casaccio sulla gente. Quando vuoti un caricatore così, per quanto siano diversi i bersagli, un bel po’ di loro normalmente li centri.
Il nuovo disco dei Uochi toki è più o meno questo.
A partire dal geniale inizio “I fonici” si arriva alla violenza musicale de “I batteristi” e a quella vera e propria de “I gesti di cattiveria”. I due “Semestri” poi sono fiumi di cazzotti nel nostro animo – anche nel mio, dato che in certe accuse ammetto di ritrovarmi – e sono pugni che colpiscono forte.
Non mi piace il rap, non m’è mai piaciuto, ma le rime di Napo valgono per la loro potenza morale nella loro immoralità; uscendo dallo stile “pezzi da 10 secondi” dei due album precedenti i Uochi Toki riescono a concentrare meglio l’attenzione degli ascoltatori, e questo, a seconda di come si prendono le parole, può essere sia un bene sia un male.
Un disco che colpisce in pieno (a parte la trascurabile, eccessivamente lunga, “Le armi” che manca della potenza degli altri brani) per quello che i Uochi Toki rappresentano: una spina nel fianco, di chiunque, e ascoltarli non ti salva.