Le Man Avec Les Lunettes – Le Man Avec Les Lunettes

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Era un gran peccato,lo dobbiamo ammettere. Un gran talento, di quelli cristallini, Swarowski autentico mica la chincaglieria del cinese all’angolo ragazzi miei. Eppure avventurosamente disperso in una pletora di uscite secondarie, mini album, sette pollici e addirittura cassettine per la benemerita tape label Best Kept Secret. Ci mancava l’audiolibro e il vinile agli oli essenziali e avremmo fatto tombola. Facile che qualcuno potesse avanzare i classici dubbi di sorta:”l’incorreggibile band da mini cd, un morso e via, giudizio sospeso”.
Ma questi bresciani di canzoni splendide ne avevano già scritte a generose manciate e il loro pop così maledettamente beatlesiano, iniettato di Grandaddy e Kinks come fossero due lati della stessa luccicante medaglia, aveva già pochi eguali nel vecchio continente.
A qualche anno di distanza arriva per la sarda Zahr Records il primo vero e proprio Lp di debutto dei Le Man Avec Les Lunettes che va a fare pulizia nelle disordinate soffitte della band, tra un orologio a cucù (gli squilli di tromba di “For a lover”) e un vecchio peluche privo di un occhio (la scapestrata “Agin again”) che si presenta come una vera e propria summa di quanto proposto dai ragazzi fino ad oggi, manna dal cielo per chi ancora non si è abbeverato alla loro benefica fonte. E mal ve ne incolga nel caso ancora vi attardaste nel sedervi ad una tavola imbandita di ogni ben di Dio. Se avete perso gli ultimi capelli sulle melodie al caramello degli Shins, se temete che i Mercury Rev abbiano smarrito il pop e vorreste i Beulah la domenica in tivvù, qui c’è del materiale con cui perdere le notti e allietare le giornate più uggiose e fiacche. Splendidi sia quando si perdono nel pop vittoriano virato acido di “Dogsitter” (vi ricordate i Beau Brummels? E Margo Guryan?), come nelle dolenti acusticherie in odore di Eels di “Wimbledon” e “Tennis system and its’stars”.
Non sono discorsi da farsi in febbraio ma comincerò ad appuntarmi questo nome sul taccuino per le charts di fine anno, dovesse mai darmi alla testa il sole di primavera. Disco da comprare a scatola chiusa per chiunque abbia una vecchia storia di dipendenza dal veleno melodia e voglia assumerne una dose deliziosamente letale.