Vassilis Tsabropoulos, Arild Andersen, John Marshall – Achirana

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Il catalogo ECM è colmo di autori e opere di rilievo. La maggior parte di queste sono caratterizzate da un mood crepuscolare e meditativo. Ma solo alcune fra queste risultano compiute come ‘Achirana’.
La carica riflessiva e il senso di confessione che gli inni sacri solitamente custodiscono sono qui restituiti dal trio di Tsabropoulos attraverso le sue composizioni; percorsi che esprimono la migliore contemporaneità possibile, inflessioni solo tenuemente tinte di jazz che passeggiano con scioltezza nei quartieri del folk e dei temi da traditionals, celando la pur presente solennità cameristica in favore di un dialogo quasi vernacolare. Le tre voci si esaltano in modo temperato, ci porgono queste esecuzioni assolutamente prive di gratuità o vagheggiamenti di sorta: è tutta sostanza, ma impalpabile. Concreta quanto le bacchette di John Marshall, che più che legni con cui percuotere uno strumento sembrano palpebre che compiono il loro movimento fisiologico. Profonda quanto il contrabbasso di Arild Andersen, mai bulimico; contraltare timbrico – per via della sua scurezza – del pianismo di Tsabropoulos, la cui formazione classica è un valore aggiunto per la personalità di questo ensemble.
L’eleganza lieve del pianista greco è equilibrata dai nervi di Marshall – ancora e cometa del trio – potendosi così esprimere senza protagonismi, senza eccessi di tipo quantitativo. ‘Achirana’ è l’esperienza di tre musicisti straordinari e assai diversi che si concentrano sulle altrui identità, sublimandole. Tsabropoulos spiegò a suo tempo il titolo attribuendolo a un’espressione indiana, la quale recita “Chi è bello corre con la bellezza. Con la purezza…”. ‘Achirana’ è proprio questa corsa, questo rito sorprendente… una celebrazione priva di sfarzo.
Eleganza che innamora.