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Ed eccoci qui a parlare di giapponesità varie ed eventuali, con questa probabilmente misteriosa – per chi non conoscesse il soggetto in questione – uscita sotto Tzadik. Ichiro Agata è giapponese, di norma lo vedrete sul palco con una mascherina davanti alla bocca e una quantità di pedali abnorme ai suoi piedi, mentre tortura la sua chitarra con vari oggetti. A parte suonare nei Melt Banana e collaborare con KK Null, il buon Ichiro ha deciso di dar voce al suo personalissimo modo di intendere la chitarra elettrica, radunando ventiquattro schegge soniche in questo lavoro solista, chiudendo il cerchio con una traccia di dieci minuti leggermente più strutturata. Di certo, ai primi ascolti – in special modo se non avete mai ascoltato nulla dei Melt Banana – vi troverete a dire “maddai, non usa solo la chitarra!”, ed è una reazione più che normale. In effetti avete anche ragione, non usa solo la chitarra, ma anche quintali di loop, delay, tremolo, chorus, distorsioni, flanger, phaser, pitch shifter, feedback, sintetizzatori midi e chi più ne ha più ne metta, il tutto compresso e dissociato nella migliore ottica noise/punk/epilettica/nowave possibile, con quel tocco di insana malattia possibile solo in Giappone. Si passa da tracce che suonano esattamente come i Melt Banana per sola chitarra (“Splinter”, “Animal Instinct”, “Nyazilla”) a spettacolari sperimentazioni sonore di fronte alle quali è impossibile restare seri (i ticchettii di “Pinger”, i microloop di “Armillary Sphere”, le cascate di cristallo di “Starfish” sono solo alcuni degli esempi possibili) fino ad arrivare a composizioni ancora più ardite, come la stupefacente “The Cable Has No Name” suonata, appunto, maltrattando il jack di input e giocando col segnale facendolo rimbalzare all’infinito nella vasta scelta di pedali e multieffetto che risultano essere arma impropria in mano a questo anti-guitarhero postnucleare.
Ben più di un divertissement solista, ben più di una raccolta di esperimenti, ben diverso da un’uscita dei Melt Banana, e soprattutto necessario.
