Dinosaur Jr – Beyond

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E’ stato un guru per la X Generation, un profeta per il Seattle Sound, candidato alla presidenza degli Stati Uniti secondo gli amici Sonic Youth, Dio in persona sullo Spin Magazine: e per J Mascis non è mai cambiato nulla. Ciò detto, come vi aspettavate che fosse il nuovo Dinosaur Jr? Pensate davvero che siano tornati per dire qualcos’altro, qualcosa di nuovo? O credete che, con il ritorno di Barlow e i dieci anni di semisilenzio alle spalle, sia giunto finalmente il momento del “ritorno a casa” ? Oppure ancora vi schierate con la parrocchia complottista, quelli paranoici, sicuri di essere fregati, quelli che hanno imparato a guardare con sospetto al conto in banca dei propri beniamini, quelli del disincanto, della “mossa commerciale”, quelli che tanto è tutto un magna magna ? Beh, da qualunque parte stiate, sappiate che ‘Beyond’ è una risposta che delude ogni tipo di attesa. O, viceversa, che ha il potere di pacificare gli animi di tutti: già, perché Beyond suona pressappoco come… “un altro disco dei Dinosaur Jr”. Né più né meno. Malgrado la reunion-mania di questo periodo, è davvero difficile attribuire a queste canzoni una natura maliziosa da specchietti per le allodole: in primo luogo perché oggi un disco targato Dinosaur jr venderebbe più o meno quanto uno a firma Mascis (tanto più che era dai tempi di ‘Green Mind’ che il nostro se ne andava praticamente in solitaria). E poi perché il vocalist e i suoi nuovi/vecchi partners fanno qui l’unica cosa che gli sia mai veramente riuscita: rivolgono il loro feedback preistorico ai raggi del sole e fanno suonare cazzone le proprie chitarre. Una manciata di canzoni dedicate a chi, come loro, se ne sbatte alla grande, e sente forte la nostalgia di un periodo in cui potevi buttarti sulle tue sei corde senza essere fagocitato da un vortice di revivalismi insulsi e modaioli. Le coordinate, si sarà capito, non si distanziano molto dal periodo di ‘Bug’, Barlow c’è ma è come se non se ne fosse mai andato: e ogni qualvolta si insinua anche il minimo dubbio di estetismo, sia nella grandiloquenza di una “Pick Me Up”, sia nel pop-punk alla Foo Fighters di “Back to your heart”, sia ancora in quel tentativo di ballata folk che è “I Got Lost”, sono loro stessi a rovinare la frittata e smentirsi da sé, con la solita montagna di chitarre distorte o con l’improbabile falsetto di Jay. E’ così che stanno le cose: i Dinosaur jr non ci hanno riprovato. Tuttalpiù ci sono ricascati.