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Gli Absinth effect hanno una vocazione multimediale, come dimostra il loro biglietto da visita: una scheda biografica virtuale, un videoclip per la traccia “Pride deliverer” e una cover che vanta un sinistro gioco fronte-retro, buono soprattutto per gli appassionati del genere. Il loro è un nu rock a tinte metalliche – anche ben suonato, per la verità – che si scaglia contro la società, la televisione, le istituzioni et cetera. Dando uno sguardo alle liriche di Demis si ritrovano tutti i topòi del nu metaller: l’alienazione, l’incapacità di comunicare, la rabbia contro quello “you” sempre più generico, che sta ad indicare tutto ciò che è istituzione e il senso d’appartenenza ad un “us” comprendente soprattutto coetanei e compagni di sventura…Dio sa quanto sarebbe bello poter concordare senza concedersi riserve. Ma, in verità vi dico, da quando Mtv ha accattato i diritti sulla sofferenza intimistica (ed è stato più o meno con l’arrivo del nu metal e dell’emocore) è sempre più difficile trovare dell’autocommiserazione e della rabbia che non portino, consapevolmente o meno, il suo marchio stampato addosso. E’ questa la vera croce degli Effect e purtroppo si riflette anche nella loro musica, che per dirsi “arrabbiata” segue anche troppi schemi: chiunque abbia masticato un po’ delle ultime tendenze in fatto di “rock formato teen ager” ascoltando questo demo saprebbe prevedere il momento esatto in cui si troverà l’apertura melodica, quello dove le chitarre torneranno a pestare, la sezione dedicata al growl e agli intrecci vocali, i rallentamenti e le accelerazioni ritmiche. Le esplosioni ad alta potenzialità della band rimangono in questo modo dietro una patina di retorica e prevedibilità che sono figlie illegittime dell’intrattenimento multinazionale e che appiattiscono da morire la sostanza del cd. Lo confermano una volta di più i 7 minuti dell’improbabile remix di “by my side”, posto in chiusura come nel più classico Linkin Park style. Se i tentacoli dell’hype ghermiscono anche le anime belle di giovani musicisti trentini ancora al di fuori di ogni gioco di vendite, dobbiamo davvero smettere di sperare in qualcosa che possa dirsi “originale”.