Queimada – The Moocher

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Uno dei rischi maggiori quando si decide di dar luce ad un disco è l’ovvietà, e se preferisci che il tuo disco si infili nella brulicante infinità pop-rock, allora gli stessi risulteranno incalcolabili.
Ma il quartetto barese in questione, di fronte ai rischi, sceglie di lustrarsi le unghie sul petto pubblicando, con l’aiuto della X-Fade Music, un debut-album gradevolmente prevedibile e degno di attenzione.
Attenzione tutta meritata perché tecnicamente ben equipaggiati, perché è impossibile sorvolare sulle autorevoli corde vocali della Signora Ranieri (vero punto di forza della band) e perché nonostante l’indie sound che svolazza malefico a mezz’aria propongono 11 brani di decorosa fattezza, grazie alla fluidità delle chitarre, alle atmosfere space e a qualche vaga nota psych.
Certo in alcuni episodi parrebbero fin troppo leziosi, come la stessa vocalist conferma esasperando l’impressionante estensione, ma se ciò è inteso come prezzo da pagare per approfittare della carrozza indie, allora non è il caso di esternare considerazioni proibitive e al contrario risulterebbe più indicativo sottolinearne l’onesta furberia, sperando che serva in futuro per scelte più sudice e meno smorfiose.