Bugo – Contatti

Acquista: Data di Uscita: Etichetta: Sito: Voto:

Era ora. Finalmente Bugo si è deciso ed ha avuto quella svolta che io attendevo da tanto tempo, ed ovviamente lo ha fatto con la grande classe che lo contraddistingue da sempre. Zitto zitto si è dato all’elettronica e se ne è uscito con un disco come ‘Contatti’, praticamente un grande disco segnato un brano immenso, Love boat. Ragazze che stanno in silenzio e non comunicano le proprie sensazioni, bagagli gettati nel mare quando un amore sta per finire, Bugo che si spaventa e si interroga sui propri sbagli che possono aver fatto smarrire la rotta, navi che vanno nel mare portando con sé le delusioni che non si dimenticano facilmente, onde di rabbia che segnano l’arrivo del capolinea. Più o meno come la versione technopop di Lucio Battisti periodo ‘Anima Latina’, con in più quella vena di follia che rende unico un ragazzo come Bugo: semplicemente sublime. Era da parecchio tempo che una canzone non mi faceva emozionare in questa maniera, ma Bugo ce l’ha fatta e gliene sarò grato per parecchio tempo.
E comunque tutto il resto del disco non è da meno. Complice la produzione affidata alle mani sapienti di Mr. Stylophonic Stefano Fontana, Bugo trova la quadratura del cerchio e regala al pubblico pagante (e non) un’opera che non ha una sbavatura, sia a livello di musica che a livello di testi, che sono fatti di frasi all’apparenza surreali ma che in realtà riescono a dire tantissimo. C’è un ipotetico Fatboy Slim che riflette sulla crisi generale che siamo vivendo (La crisi), musica che sembra uscita da un qualsiasi autoscontro di provincia 1994 circa ma che ti porta a riflettere sulle difficoltà che al giorno d’oggi ci si trova ad affrontare per socializzare (Nel giro giusto) e per fare carriera nel mondo del lavoro (Le buone maniere), un technofunk da far schiattare d’invidia
Sua Maestà James Murphy (La mano mia), un ipotetico outtake da ‘Moon Safari’ degli Air dedicato all’infallibile sesto senso di una lei (Sesto senso), ma soprattutto tanta, tanta commovente ironia.
‘Contatti’ rappresenta la prova definitiva del fatto che Bugo è un musicista a tutto tondo, in grado di spaziare in maniera assolutamente convincente tra generi musicali diversissimi tra loro mantenendo sempre il sorriso sulle labbra. Alcuni arrivano a definirlo il Beck italiano (come se nel 2008 essere paragonati a Beck – musicista alla frutta da almeno tre album – fosse un complimento), ma io mi spingo a dire che Bugo è per l’Italia un vero e proprio patrimonio da salvaguardare. Altri come lui in Italia non ce ne sono, teniamocelo ben stretto. Con un po’ di fortuna ‘Contatti’ potrebbe addirittura fare il botto in classifica.