Capossela, Vinicio: Storie di marinai, balene e profeti

Il rispetto e l'emozione per questa serata non lasciano indifferente neanche il Dio delle nubi, che, in attesa, lascia le nuvole a coprire la notte senza osare liberare la pioggia ma permettendosi un brivido di vento freddo e marino, proprio come si conviene a far dondolare il barcone al centro di questo spettacolo unico.
La Baia del Silenzio di Sestri Levante è uno degli scorci più suggestivi del Tigullio, una striscia di spiaggia incorniciata di case che sembrano urlare sul mare, un mare appena mosso che vede al suo centro un battello su cui l'inesauribile Vinicio Capossela presenterà il suo nuovo spettacolo tra reading e musica “Storie di marinai, balene e profeti” in occasione dell'ultima giornata del festival Andersen.
Accompagnata dal tenue rumore delle deboli onde il folto pubblico seduto sulla sabbia accoglie con un boato l'arrivo di Capossela su una piccola barca a vela, traghettato fino al suo palco arricchito da una polena che diventa pulpito. Il primo racconto è dedicato a Jona, al suo rifiuto di Dio, alla sua fine nella balena, al suo pentimento, le parole del racconto si vanno a mischiare con la musica eseguita dalla sempre ottima band che segue l'artista, le note si inseriscono nella narrazione con precisione e rispetto, colorato sfondo della storia che porta alla prima canzone nota: “Dalla parte di Spessotto” che nella sua perfetta esecuzione va a dare ancora più sostanza all'inizio di questa incredibile traversata artistica tra musica e parole.
La parte centrale dello spettacolo di Capossela è dedicata al terribile confronto tra il capitano Achab e la balena bianca Moby Dick, l'atmosfera si riscalda e si fa più intensa e profonda, il capitano dalla gamba di legno viene presentato con la storia del suo omonimo biblico e sia gli artisti che il pubblico vengono portati a bordo della Pequod arrivando ad una esecuzione eccezionale della “S.S.dei naufragati”, sul palco volano gli spartiti rallentando il brano, ma il mare è fucina di imprevisti e il risultato finale è ancora più coinvolgente e capace di dare l'affondo che cattura definitivamente l'attenzione del pubblico nonostante la (scusabile ma forse eccessiva) distanza d'acqua che lo separa dal barcone che accoglie i musicisti, un palco accerchiato da piccole imbarcazioni che portano su di loro i bianchi spettri del mare. Questa lontananza non impedisce però a qualche impavido di affrontare un tuffo in mare per avvicinarsi al podio dell’oratore.
Capossela si dimostra con questa parte dedicata al capolavoro di Mellville non solo grande cantante ma anche bravissimo narratore, l'enfasi va sempre a impreziosire i punti della narrazione che meglio rappresentano l'ostinazione di Achab e la sua ossessione, l'omaggio e la rivelazione del mito arrivano alla perfezione narrativa tra la precisione dell'oratore, l'eleganza delle note e la suggestione della location.
Una menzione particolare la meritano i brani inediti pensati e composti su misura per questo spettacolo, capaci di stupire e coinvolgere con la stessa forza delle canzoni ben note.
Il racconto dello “Scandalo negli abissi” di Celine porta a un sentito atto d'amore verso le creature del mare, dai marinai si passa agli abitanti dell'abisso, all'abbraccio del polpo e al ballo della medusa (ovviamente “Medusa cha cha cha” non si fa attendere), le danze e lo splendore di queste divertite e appassionate descrizioni portano verso la fine dello spettacolo tra una “Canzone a manovella” e una splendida e struggente “Morna” arrivando alla conclusiva “L’affondamento dei Cinastic”.
La piccola barca a vela che riporta verso la terra ferma l'artista è accolta dalle ovazioni dell'ancora rapito pubblico, conscio di aver assistito a uno spettacolo tanto unico quanto irripetibile, una serata magica, prodiga di emozioni e fascino.