Moha! – Norwegianism

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Morton Olsen e Anders Hana, ventiquattro e venticinque anni, coinvolti da una decina d’anni nelle tele della scena nord europea (Ultralyd, Ingar Zach, Paal Nilsen-Love, Noxagt, Jaga Jazzist) e possessori di una cifra grammaticale che definire sorprendente è poco. Avevamo già parlato dei Moha! e di quanto il loro approccio non fosse molto distante da certa improvvisazione europea, ma ‘Norwegianism’ rimette le carte in tavola con un suono e sbocchi che il precedente non contemplava. Insomma, quello che li caratterizza oggi è la concreta opportunità indagatoria sulle possibilità combinatorie di chitarra e batteria, un suono che stravolge completamente le coordinate sulla musica estrema attraverso un approccio corale agli strumenti, sui quali i due non risparmiano loop, feedback, rimanipolazioni, post produzioni e quant’altro possa passare in mente per trasformare il tutto in esplosioni chirurgiche a bassa fedeltà. L’aspetto da non sottovalutare assolutamente sta nell’assoluta perfezione che riguarda la creazione di un vero spazio sonoro completamente dinamico e perennemente in trasformazione, in cui sembra possibile inserire a piacimento decine di variabili (ad esempio la voce, come già dimostrato nell’EP ‘Rock/Off’), neanche fossimo qui a parlare di un trattato di design urbano. Passano agilmente dal grind all’ambient, dallo sberleffo alla serietà più drammatica fino alla completa gestione della forma canzone (e nel caso bastino Jolly One e gli infiniti e matematici due minuti e quarantadue secondi di Gay Two): improvvisazione e costruzione sonora ai massimi livelli, ‘Norwegiasm’ è gigantesco. A questo punto non ci resta che aspettare.