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I Faint sono un gruppo molto controverso. Da un lato, avrebbero potenzialmente tutte le carte in regola per ottenere il cosiddetto “successo di massa” (con tutto ciò che ne consegue), ma purtroppo sono troppo spigolosi e senza compromessi per piacere a molta gente. Dall’altro lato, invece con i loro synth analogici, i loro sequencer, i loro vocoder sono talmente kitsch da far storcere (e parecchio) il naso ai critici da cameretta che popolano la scena indie italiana – gli stessi magari che si strappano i capelli per i cori in falsetto dei Klaxons o per quel gruppo-macchietta che risponde al nome di Hadouken!. In definitiva, per queste poche, semplici ragioni i Faint sono da considerarsi uno dei gruppi più sottovalutati di sempre, e sfido chiunque ad affermare il contrario. Siamo onesti e diamo a Cesare quel che è di Cesare: purtroppo hanno capito tutto troppo presto e sono arrivati troppo in anticipo sui tempi; i Faint sono gente che se fosse arrivata un attimo dopo e se avesse avuto maggior promozione (e magari la possibilità di salire sul treno giusto) avrebbe potuto comodamente essere al posto dei suddetti Klaxons e di tutto il resto della allegra compagnia neoraveggiante. Fine della storia.
Ed ora i Faint sono tornati con un disco che è un’autentica bombetta, tanto per ribadire chi vale e chi no. Il titolo è ‘Fasciinatiion’, ma potrebbe benissimo chiamarsi “Una volta per tutte diamo una bella lezione a tutti quei fantocci che impestano le pagine di NME”. ‘Fasciinatiion’ è un disco che ai primi ascolti può lasciare perplessi, ma poi cresce alla distanza ed è in grado di reggere ogni confronto perché, pur essendo caratterizzato dal solito contrasto chiaro-scuro e dal solito uso/abuso di suoni sintetici, ha qualcosa in più rispetto ai suoi predecessori. È più aperto alla melodia pura, più pop. Chitarra, basso e batteria fanno cose molto più semplici ed accessibili, i ritornelli sono killer ed una volta entrati in testa non ne escono più. Tutto ciò non significa che i Faint abbiano scelto la via più facile: i suoni sono ancora più eccessivi e kitsch (il vocoder ed i gorgheggi di Mirror Error stanno lì a testimoniarlo, roba che neanche Falco), ed addiruttura sembra quasi che in questo disco il gruppo americano si diverta un sacco a complicarsi la vita, a cadere un attimo prima del traguardo, a rovinare per sempre ciò che potrebbe essere in heavy rotation su Mtv.
E bisogna ammettere che in fondo è proprio questo il bello dei Faint, degli autentici perdenti di successo. Pensandoci bene, quei sintetizzatori a volte glieli spaccheresti in testa. Si giocano fama e successo per fare solo ciò che vogliono, per suonare musica così ed uscirsene con un disco autoprodotto e con con un booklet stampato su carta riciclata. Ma poi li senti alle prese con cose ad alto tasso di follia come Get Seduced (LCD Soundsystem alle prese con droga tagliata male e macchinari fuori controllo), A Battle Hymn for Children (pillole ed incubi assortiti a prezzi modici) e The Geeks Were Right (i Duran Duran rinchiusi nel bagagliaio di un’auto diretta verso una qualunque discoteca della riviera romagnola) ed allora capisci come vanno le cose e decidi di perdonargli tutto, pensando solo alla musica e non alle loro occasioni sprecate. ‘Fasciination’ non ha nulla da invidiare a ‘Danse Macabre’ (il loro capolavoro), ma ne rappresenta una definitiva forma evoluta.
Faint vi voglio bene.