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19 luglio 2010 | Parlophone | www.richardashcroft.co.uk |
Are you ready
Archiviata la reunion con i suoi Verve, il buon Richard Ashcroft intraprende un progetto intitolato “United nation of sound”. Distaccandosi parecchio sia dalla celebre band che dai dischi solisti fatti fino ad ora, il nuovo lavoro recupera non solo chitarre rock ma anche ritmi hip hop e suoni soul, cercando di dare una spinta black e groove con arrangiamenti che un vincenzomollica o un luzzattofegiz definirebbe coraggiosi e ambiziosi ma che si possono definire tranquillamente come pretenziosi. E tutto questo per dare il suo messaggio di gioia e amore al mondo: il buon Richard Paul Ashcroft ha scoperto che la vita è bella e vuole dirlo a tutti nel modo più fastidioso possibile (per esempio incidendo una canzone come Good loving).
È comunque già partenza falsa con la prima traccia: Are you ready ha un buon impatto e potenza ma l’eccessiva lunghezza (oltre i 6 minuti e mezzo) la rendono un pezzo troppo uguale a se stesso già dopo 120 secondi. Meglio allora Born again, la bella Royal highness e il blues all’acqua di rose di How deep is your man. Meno bene la superballata pop romanticona She brings me the music e il gospel moderno di Glory. Ma davanti a piatti e puffdaddyani inni come This thing called life e ai beat urbani di America e Life can be so beautiful (pezzo più brutto del 2010 signore e signori) si spalanca l’abisso di orrore.
L’impressione che si ha per tutto il tempo purtroppo è quella di stare ascoltando un lavoro di un tizio oramai adulto che fa di tutto per avere un vestito nuovo e darsi una patina giovane finendo però per sembrare irrimediabilmente più vecchio. E inutile.