Brian Eno – Small Craft On A Milk Sea

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Warp Records www.brian-eno.net

2 Forms Of Anger

Il ritorno solista di Brian Eno, che ci eravamo abituati a considerare produttore di Coldplay e U2, è sicuramente un disco cui approcciare con estrema cautela. Innanzitutto perchè, se per “comodità” si parla di ritorno solista, è pur vero che il sottotitolo dell’intestazione deve aggiungere un “with” Leo Abrahams, chitarrista e Jon Hopkins, pianista e tastierista, entrambi (soprattutto il secondo reduce dal pregevole Insides, 2009, per la Domino) riconosciuti compositori d’avanguardia minimal e IDM. In seconda istanza c’è l’elemento di curiosità legato alla pubblicazione per la Warp, celebre etichetta di elettronica, ormai diversificatasi su lidi indie. Infine bisogna non lasciarsi ingannare da ascolti fugaci, o dalla copertina fuffa, che permettano di classificarlo come un mero ritorno all’ambient, così come da lui concepita anni or sono. La linea di condotta seguita in fase di concezione del disco è stata infatti improntata ad un approccio da considerarsi estremo per quelli che sono tre compositori, ovvero l’emergenza di “paesaggi sonori” attraverso una improvvisazione metodica.

Improvvisazione, dunque, ma votata alla ricerca di una musica descrittiva, che non abbia nulla di catartico in sé, se non il rilascio del controllo. La cosa, personalmente, nella mia cognizione limitata delle formule d’improvvisazione, un po’ mi puzza. E credo che il risultato, tutto sommato, dia ragione al mio fiuto, se non alla mia conoscenza. Le figurazioni cinematiche fatte e finite non mantengono pressochè nulla del caos che dovrebbe averle create, ma è come se preesistessero ad esso. Il che non è per forza negativo, ma solo a tratti riesce a dare un’idea di questa complessità. Oltre ad una sofisticazione del suono piuttosto raffinata, le alchimie ritmiche, soprattutto quando devono fare da bordo alle sperimentazioni strumentali, non danno spunti interessanti, sembrano binari morti. Sono invece i brani più eterei, guarda caso, come i brani gemelli Emerald And Lime e Emerald And Stone o gli 8 minuti di Late Anthropocene, trame di piano su droni o pattern elettronici, ad inumidire la linea dell’orizzonte, evocando una non-scrittura che riveli una struttura segreta e nascosta dei fenomeni. Small Craft On A Milk Sea è un’opera per forza di cose disomogenea e fragile, che nasconde e persegue un’idea sterile di creazionismo, ma che, presa tra le mani, fa pesare la sua fragilità e le sue visioni distorte, con la gravità delle sue affabulazioni.