Mogwai – Hardcore Will Never Die, But You Will

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15 febbraio 2011 Rock-Action Mogwai.co.uk

Rano Pano

Gli antesignani impulsi post-rock dei Mogwai, tra divagazioni strumentali, alienazioni noise e variazioni acustiche sempre in bilico tra silenziosa quiete e tumultuosa tempesta, si reiterano rigenerandosi nel sound di Hardcore Will Never Die, But You Will. Di Young Team e Come On Die Young permane la stessa istintività musicale genuinamente priva di intellettualismi, che si evolve percorrendo nuove istanze e percezioni sonore sempre più lontane dal tradizionale modo di concepire il post-rock. Hardcore Will Never Die, But You Will, settimo album in studio per la band (ottavo se si include la colonna sonora, Zidane: A 21st Century Portrait, del film-documentario diretto da Douglas Gordon, Philippe Parreno e Darius Khondji), contiene infatti piccoli tasselli votati a una ricercata e lieve forma di sperimentazione. I Mogwai questa volta lavorano su un appiglio “fugace” e immediato dei brani, solo tre infatti superano i sei minuti, su una freschezza compositiva e su un originale uso della forma canzone. L’ “hardcore” personale e Sui generis della band ritrae celate sfumature pop saturate da una potente e sintetica babele sonora.

Se l’apertura viene affidata al consueto stile targato Mogwai (White Noise), Mexican Grand Prix acclude l’impiego della voce manipolata, modulata e contaminata da intarsi elettronici. Si attraversano classiche traiettorie elettriche (Death Rise, San Pedro), consuete armonie acustiche tenui ed evanescenti (Letters To The Metro) e dilatazioni temporali e sonore (You’re Lionel Richie), cambiando rotta con George square Thatcher death party, tra chimiche alterazioni del cantato e istantaneità sonora. Dell’album è prevista anche una Limited Edition, che include il pezzo di 26 minuti The Singing Mountain, realizzato per gli artisti Douglas Gordon e Olaf Nicolai, in occasione dell’installazione Monument for Forgotten Future.

Hardcore Will Never Die, But You Will è in definitiva un album non privo di rinnovamento che, tra le trame di un post-rock canonico, traccia nuovi “impercettibili” percorsi musicali. È un Gremlin nutrito dopo la mezzanotte, che si accinge a esporsi ai raggi di una luce innovativa, irrorato da competenza e maestria strumentale.