Pop. 1280 – The Horror

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I misteri degradati degli scritti di Jim Thompson sembrano quasi rivivere nella proposta musicale dei Pop. 1280, band newyorkese, che prende il nome proprio da un suo romanzo del 1964. Già dall’Ep The Grid, il sound dei Pop. 1280 prende vita a partire da tappeti distorti e contorsioni sonore a metà strada tra noise rock e criptiche sonorità wave, con taglienti incursioni elettroniche. Con The Horror il gruppo (Zach Ziemann – batteria,  Pascal Ludet – basso, assieme al cantante Chris Bug e al chitarrista Ivan Lip, questi ultimi fondatori del progetto) continua a percorrere questa strada oscura dai richiami anni Novanta e Ottanta, perpetrando una struttura compositiva ancor più claustrofobica e macabra. L’elettronica sinistra e malsana si mescola così all’inquietudine dei riff di chitarra, all’incalzare morboso della base ritmica e alle slegature vocali, restituendo una sorta di mondo ai margini della società.

La ruvidezza seppur spontanea degli esordi cede il passo a tensioni ritmiche maggiormente cupe e acquisisce soluzioni musicali dal carattere ancor più tagliente e acuto. The Horror è una sorta di città fantasma popolata da immagini sonore granulose (Burn the Worm), rumorismi irregolari (‪New Electronix‬), ossessioni ritmiche (Bodies in The Dunes), cerimoniali invasati (Nature Boy), isterismi acustici (Cyclotron) surreali danze gotiche (Hang ’em High) e ballate dark (Crime Time). The Horror è insania ossessiva e indolente fatta di echi e rumori, un cosmo sotterraneo sporco, osceno e acido dove aleggiano icone dissestate e allucinazioni nichiliste.