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15 Maggio 2012 | SacredBonesRecords.com | Lederest.com |
La proposta musicale dei Led Er Est si fonda sostanzialmente su strutture ritmiche pregne di echi che inseguono “fantasmi” lontani. Lavorando su una forma di revivalismo wave anni Ottanta adeguatamente rivisitato e corretto.
Il trio di Brooklyn ha debuttato nel 2009, per l’etichetta Wierd, con l’album Dust On Common. Il secondo disco della band, The Diver, uscito per la Sacred Bones, si presenta come un organismo più vario a livello musicale rispetto al precedente. Pur conservando le derive coldwave e minimal synth, The Diver si apre infatti anche a certe configurazioni di leggero sperimentalismo, lambendo derive rumoriste, sonorità industriali e melodie cosmiche. Tra opachi synth elettronici e impianti strumentali minimali e solo a tratti caliginosi, l’album volge così lo sguardo verso immagini melodiche più dissimili tra loro.
Se un brano come Animal Smear custodisce ancora i germi wave dei primordi, Housefire at Zumi’s incede pesante lungo strade più marcatamente industrial. Dilatazioni distorte (The Diver) e reiterazioni ritmiche (Kaiyo Maru) cedono poi il passo a cupi fragori acustici (La Lluvia y Memoria), frastuoni elettro-meccanici (Bladiator) e sonorità strumentali rarefatte (Sanetta).
Con The Diver i Led Er Est, pur rincorrendo le linee guida di un passato già scritto, riescono tutto sommato a realizzare un album più eterogeneo rispetto agli esordi e più aperto verso nuove possibilità di contaminazione, abbracciando personali scelte stilistiche a metà strada tra il “remoto” e il “coevo”.