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Agosto 2012 | FabricLondon | FabricLondon | ![]() |
A due passi dalla fermata Farrington, nel freddo nord di Londra, troviamo il Fabric, vero tempio della musica elettronica nonché punto di riferimento per le ultime generazioni dei rave legali, istituzionalizzati, quelle post-free-party . Chi ha avuto la fortuna di passarci una serata sa di cosa sto parlando e poco importa se siate ravers incalliti, fedelissimi dell’ MD, nostalgici di fine anni 80’ o se, più semplicemente, ci siate capitati, appena ventenni, indossando la camicia migliore, in cerca della malcapitata di turno che ci stia.
Il venerdì è di scena il Fabriclive, serata nella quale solitamente si esibisce qualcuno fra i dj del momento. La Fabric records (etichetta indipendente legata al club), da oltre dieci anni, ha deciso di farne delle compilation. L’idea di estrapolare dal contesto un dj set live non mi ha mai entusiasmato. Le atmosfere e la location pesano non poco nel bilancio complessivo della serata, senza di esse le raccolte del Fabriclive non hanno niente da aggiungere rispetto ad un qualsiasi Dj Kicks o agli essential mix targati BBC. Nonostante questa scetticità generale riguardo il progetto nel suo complesso, gli episodi più felici della saga (vedi quelli con protagonista Four Tet o i Cut Copy) si sono dimostrati perlomeno piacevolmente ascoltabili. L’uscita 64 vede al mixaggio Steve Bishop in arte Oneman. Per chi non lo conoscesse si tratta dell’ ennessimo dj fuoriuscito dalla scena underground londinese, protagonista di vari djset alla Boiler Room, uno dei quali in compagnia del hypatissimo Jamie XX.
Sull’ album\compilation c’è poco da dire. Oneman in vari contesti ha mostrato di avere tecnica e buon gusto, in questa occasione ha lasciato da parte la vena hip hop concentrandosi sulle sonorità UK garage\dubstep tanto apprezzate in certi ambienti londinesi. Nei 67 minuti di set vengono chiamati in causa grandi nomi fra i quali SBTRKT, Joy Orbison e Basement Jaxx con il gran finale affidato alla garanzia Burial. Nè i nomi, nè la tecnica indiscussa, riescono però a sopraffare la noia che, già al terzo ascolto, è talmente tanta da rendere il tasto pausa una tentazione quasi irresistibile.
La responsabilità di Oneman sta nell’ aver messo in scena una selezione abbastanza piatta, pulita, senza particolari picchi emotivi. Vista la premessa, un dj set del genere può funzionare fra le luci psichedeliche del locale. Se le luci in questione sono quelle della vostra camera il risultato è opposto.