These New Puritans – Field Of Reeds

Acquista: Voto: (da 1 a 5)

Un marchingegno di contemporaneità classica, sperimentazione ricercata, poesia astratta e cadenzata metafora mai artificiale di un superamento dei propri confini stilistici.

È  una deriva sperimentale che rifugge qualsiasi riferimento “pop” questo Field Of Reeds dei These New Puritans. Le destrutturazioni sghembe e le ventate sonore di immediatezza ruvida e graffiante dei precedenti Hidden e ancor più di Beat Pyramid cedono così il passo alle sinfonie colte, alle rarefazioni poetiche ed eleganti. L’album racchiude infatti sonorità d’ambiente, classiche ritmiche contemporanee e d’avanguardia che incedono lenta

mente sfuggenti su intellettualismi formali e sofisticatezza compositiva, il tutto acuito in alcune tracce anche dalla presenza della cantante jazz Elisa Rodrigues. La quiete ombrosa del suono si intreccia così ad atmosfere quasi impalpabili, a tappetti orchestrali astratti e a cori irraggiungibilmente meditativi.

Si lambiscono echi pianistici flebili (The Way I Do) e densi (Fragment Two) al contempo e sfumate dissonanze ritmiche (The Light In Your Name) sfociano poi nel pathos sperimentale di V (Island Song), tra minimalismo reiterato (Organ Eternal),solennità compositiva (Spiral) e progressioni gregoriane (Field Of Reeds). Un album in definitiva complesso frutto di sperimentazione e cura del dettaglio, un lavoro sicuramente non di impatto immediato, ma capace di evocare fantasmi inconsci, dimensioni oniriche e arcaiche che scivolano nel flusso di un altrove concettuale.

[schema type=”review” name=”These New Puritans – Field Of Reeds” author=”Ida Stamile” user_review=”4″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]