Pall Jenkins è la dimostrazione vivente della differenza musicale tra italiani e stranieri. Molti nostri musicisti, con più o meno meriti, si autoproclamano presto artisti, allontanandosi dalla base, dalle persone che gli stanno attorno, fino un po’ a tirarsela, perchè tirarsela fa figo (?).
Jenkins ne ha fatte abbastanza di robe importanti per la musica mondiale degli ultimi 20 anni, eppure arriva e ti dice “piacere, Paolo”, ti regala sorrisi, si ferma a chiacchierare, a bere qualche birra, e alla fine ti ringrazia. Lui! Altre culture, bellissime da non credere.
Dopo la sua compagna ed ex chitarrista degli Sleeping people, col suo progetto Victoria Concepcion, Pall sale sul palco, per il suo show prevedibilmente commovente: voce inconfondibile, chitarra, sega e qualche effetto per dare un po’ di ritmo in più, se di ritmo con lui possiamo parlare. Si alternano i momenti di intimità assoluta, con il pubblico seduto e assorto, ai brani con cui Mr Jenkins ricorda a tutti di quella meraviglia, da lui creata, chiamata The Black Heart Procession.
Che altro dire?
Grazie Pall!
