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12 maggio 2015 | La Tempesta Intern. Fresh Yo? Label |
gbc.com | ![]() |
Era il 2014 e Godblesscomputers si districava nella giungla Berlinese che diede vita all’album “Veleno”. Oggi, in una Bologna di cemento emotivo e a un solo anno di distanza esce “Plush and Safe”. Il titolo rimanda alla frase di Basquiat “ Plush Safe he Think” e ne traduce in musica il significato: il contrasto tra il famelico bisogno di assoluto controllo e la consapevolezza utopica dello stesso.
Si tratta di un progetto autobiografico le cui emozioni hanno fatto da motore per la creazione delle 12 tracce. “Plush and Safe” è una pasta soul-elettronica che si spande su macchine ritmiche e sulla malinconia umana. Come sempre GBC mette a nudo il suo background: la black-music, l’elettronica pura, le registrazioni ambientali e gli inserti acustici. Rispetto al passato si denota la consapevole padronanza dei pensieri sonori, la struttura dei brani è ridotta all’osso così da farne emergere l’intensità celata in origine. Titoli come “Prisoners” e “Somewhere away from me” sono addirittura privi di basi ritmiche, ma tutto regge e fluttua in maniera equilibrata. Agli antipodi, il basso-batteria della Bonobiana “Spirits” si stagliano senza freni su un elegante deep-floor.
Permangono anche in questo album i frame vocali tipici di GBC, quelli che donano suggestione alle basi elettroniche. La sensazione è quella di essere al cospetto di un perpetuo eco vocale di un’ inedita Nina Simone. Non mancano le reali collaborazioni esterne come in “Clouds” e “Light is changing” levigate dalla suadente voce di Francesca Amati degli Amycanbe, e le bellissime “Discordia” e “Leap in the dark” con Francesco Giampaoli dei Sacri Cuori alla chitarra e basso.
“Plush and Safe” è stato preceduto dal singolo “Closer” che oltre ad essere un eccellente prologo, incarna l’anima e tutte le coordinate concettuali dell’album. Siamo dunque di fronte a un caleidoscopio fuori dalle regole elettroniche, dove tutto scorre su una sinusoide di ritmi in continuo movimento così da allontanare il canonico effetto del loop ossessivo.