| Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: (da 1 a 5) |
| 15 maggio 2015 | Freaksville Music | bandcamp |  |
Jean-Jacques Perrey è un compositore Francese di ricerca, votato all’assoluto rifiuto di prendersi sul serio, ha 87 anni e sa giocare magistralmente fuori dal pentagramma. Alla fine degli anni ’50 si innamorò dell’Ondioline (il predecessore del Sintetizzatore), ed in meno di un decennio, fra nastri magnetici, Moog ed effetti sonori, mostrò il volto della musica elettronica al popolo mainstream. Collaborò con Angelo Badalamenti ed Edith Piaf, si districò tra colonne sonore e opere da “officina easy listening” fino al 1998, anno di pubblicazione dell’album “Eclektronics” composto a quattro mani con il giovane pianista David Chazam.
Chazam fu da molti definito il figlio protetto e spirituale di Perrey, ma senza creare banali gerarchie tra uomini, i due si completarono a vicenda e diedero vita ad un nuovo composto sonoro, ironico e tecnicissimo. Dopo tante collaborazioni attraverso i mondi dell’hip-hop e dell’elettronica al fianco di personaggi come Luke Vibert e Dana Countryman, Perrey richiama all’ordine Chazam e torna in studio con l’album “ELA”.
Un disco che si può definire il sommario di una ventennale amicizia, comprende brani inediti, registrazioni live, cover e riedizioni dei contenuti del precedente capitolo “Eclektronics”.
Al primo ascolto la formula compositiva appare ingannevolmente, semplice ed infantile ma “ELA” è una sorta di “Piccolo Principe” sonoro, una pozione melodica accattivante di primitivi Funky-beats e suoni da cartoons ultramoderni per tutte le età. Un lato umoristico dal sapore sixties: giocattoli campionati, rumori di fondo e jingle disneyani, il tutto assemblato artigianalmente con colla e forbici, ma in maniera chirurgica, tanto da tramutare il concetto di electropop in una lezione di scienze per grandi e piccini.
“ELA” sdrammatizza l’espressione seriosa e gelida dei producers moderni, rinfrescando le idee sulla morale della musica. Ancora oggi per Perrey et Chazam l’elettronica non è un tunnel di ossessioni ma un bellissimo gioco dagli infiniti incastri.
