Un incanto. Un idillio.
La dolcezza elegante di Villa Ada che si mescola alla limpidezza dei suoni di José González e dei suoi strepitosi compagni di viaggio. Un rito primitivo, incessante e ipnotico, proposto con una soavità disarmante. E’ l’esigenza dello scrivere, del raccontare. E’ l’esigenza di sfiorare corde come pelle di un’amante. Josè, pur celato da una timidezza nordica, sembra emozionato dal calore del pubblico romano che ascolta a cuor profondo e vibra in religioso silenzio ad ogni arpeggio rubato all’anima. “Crosses”, “What Will”, Hand on your heart”, “Every Age”, “This is how we walk on the moon”, “Teardrop”, “Cycling trivialities”, “Heartbeats” si abbracciano come rampicanti ai pini di Villa Ada, uniti a suggellare una serata dall’atmosfera magica; ma è sulla splendida “Killing for Love” che tutti si ritrovano a danzare nella direzione di un sogno dipinto, sognato in questa notte.
di David Gallì