Ci piace l’ “All Tomorrow’s Parties”. E non solo per la canzone dei Velvet Underground. Anche per chi non c’è mai stato, questo festival inglese non può che suscitare simpatia, ammirazione, finanche un pizzico d’invidia. Provate a immaginare: una rassegna di concerti divisi per varie fasi dell’anno, e la staffetta della direzione musicale che, di volta in volta, passa nelle mani degli artisti più disparati. A patto, però, che siano rigorosamente “alternative”.
Questa cosa ci piace. Non tanto per la modalità in sé, ma perché è una pratica che dà vita a delle line-up che definire esaltanti è riduttivo. In passato è già accaduto. Ed accade anche quest’anno, ad Aprile, con la direzione di, udite udite, niente di meno che i Drive like jehu.
La seminale band post-hardcore è infatti riuscita a radunare per l’occasione nomi del calibro di Wire, Diamanda Galas, Mission of Burma, e anche i grandissimi Hot Snakes, altra band fondamentale, e spesso dimenticata, della galassia post-hardcore. Ah, ovviamente non mancherà un’esibizione degli stessi Drive Like Jehu.
E voi che dite, lo si fa un salto oltremanica fra il 22 e il 24 Aprile?