CONFRONTATIONAL – A DANCE OF SHADOWS

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Un amore sfrenato per gli Eighties che arriva da lontano quello di Massimo Usai – nome che si cela alle spalle del progetto CONFRONTATIONAL. Infatti, già nel 1999 il nostro armeggiava con Industrial e Darkwave in compagnia di Elisabetta Patrito, sotto la ragione sociale: “DAHLIA INDACO“. Un calderone che comprendeva succulente influenze provenienti da Prong, Cocteau Twins, Sadus, e Ministry – non stupisca dunque la presenza di Darren Travis (Sadus) all’interno dell’esordio Chronicles of Nowhere.

Un percorso coerente ed affascinante quello di Usai, che proseguì con l’esperienza Noise-Rock a firma Recs of Flesh (2004) – nient’altro che i Sonic Youth in fotta per la Beat Generation di William S. Burroughs, qui implementati dalla potenza e dall’oscurità dei rimandi a Queens of the Stone Age e Killing Joke –, la breve parentesi White Klaudia (2012) e la collaborazione all’interno dell’album “Sneaky Pop” di Old Sparky (2012).

Per Massimo però, l’arte non possiede linguaggi prestabiliti, anzi si alimenta nutrendosi d’estetica. Lui ama il cinema, quello di Carpenter e Romero, di William Friedkin e Michael Mann, quello di sostanza e concetto. Così la genesi di “A DANCE OF SHADOWS“, primo episodio del suo nuovo progetto “CONFRONTATIONAL“, lo vede cimentarsi con lo studio di questi grandi maestri: nell’intento di tradurne l’essenza su disco – illuminato dai Lost Themes di Carpenter.

Infatti, il capolavoro del regista e compositore statunitense lo segna nel profondo, ma non solo. In esso, scopre tutto il talento del figlio del maestro, CodyCody possiede un talento incredibile, Usai infatti lo dipinge come: “Un musicista stellare ed abile multi-strumentista”. Gettando così le basi per una splendida collaborazione che darà i suoi frutti all’interno dell’opera. Ma non sarà l’unico a prendere parte a questo esordio. Con lui anche anche Monte Pittman (Madonna, Prong) e appunto Darren Travis (Sadus), giocheranno un ruolo importante.

Con “A DANCE OF SHADOWSMassimo Usai trova finalmente la sua dimensione ideale, componendo musiche e testi in modo che si manifestino come un’entità indissolubile. Una Synthwave / Dark Retro Wave che attinge dal mistero quotidiano in accordo con un’estetica oscura. Come accade per “Like A Curse“, scritta al risveglio dopo un incubo morboso, o per il bellissimo video di “To Live And Die On The Air” fortemente influenzato dalla pellicola di William FriedkinTo Live And Die In L.A” (1985). Tutto agisce in concerto, avvalendosi di quelle dinamiche consolidate e mutuate dalle esperienze degli artisti di cui sopra. Usai ne comprende la metrica e lo spessore, l’intento e lo splendore, regalandoci una propria sublime interpretazione di genere come non se ne vedevano da tempo.

La Bronson Recordings ristampa oggi il tutto in edizione limitata a 500 Copie con vinile colorato. Fatelo vostro.