The Wytches – All Your Happy Life

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Nel 2014 siamo saltati tutti sulla sedia ascoltando l’adrenalinico disco d’esordio dei The Wytches intitolato “Annabel Dream Reader” – Garage Rock dei più crudi “ingentilito” da fucilate Grunge/Punk e sporcizia Blues à la Jack White. Il gruppo inglese di stanza a Brighton torna oggi con il secondo “All Your Happy Life”, implementando coerentemente le basi di cui sopra. La voce stridula di Kristian Bell sottolinea le nerborute sonorità dell’album, facendo del ritmo e della velocità una prerogativa fondamentale. Non mancano innesti psichedelici – organo/tastiera – nell’intento di smorzare gli spigoli e spingersi verso dimensioni più “alternative”: come accade nelle conclusive “Dumb-Fill” e “Home”.

All Your Happy Life ci trasporta sulle montagne russe del Garage più distorto e sfacciato. Un continuo saliscendi, tra riff e parti ritmiche, in grado di ricostruire la giusta atmosfera sia nel fango che sul pavimento appiccicoso di qualsiasi club underground – “Can’t Face It” e “Ghost House” sembrano perfette allo scopo. Qui, la decadenza d’inizio ‘90 incontra i “Thee Oh Sees” nell’intento di ricavarne una sonorità tanto definitiva quanto matura. La proiezione verso l’immagine di una band più completa, non manca di essere scossa e deviata da impeti sonori più informali, in cui la chitarra si perde nel lo-fi senza conoscerne la direzione. Sono questi i veri elementi di forza del disco, quelli che rimandano a un gruppo che in breve tempo è diventato uno dei preferiti del pubblico inglese per la sua capacità di essere diretto e cattivo.

Bell e compagni ci presentano un disco furbo, che come il precedente avrà la massima riuscita dal vivo.
All Your Happy Life” è la messa in pratica di un’idea di crescita senza trasformazioni o stravolgimenti. La direzione forse non è ancora chiara ma è proprio nel caos che i “The Wytches” trovano la loro conquista.

Data:
Album:
The Wytches - All Your Happy Life
Voto:
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