Sóley – Endless Summer

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L’Islanda è un posto bucolico, meditativo, introspettivo. L’onirica spontaneità della natura sorprende e avvolge con i suoi paesaggi un popolo isolato geograficamente dalla stessa. Un popolo resiliente quello islandese, che ha combattuto e non si è crogiolato del bello che gli è sempre appartenuto; sganciandosi dalla realtà europea, è riuscito a perseguire politiche economiche e sociali virtuose, sfuggendo al – purtroppo – ordinario timone perso che vive il resto del mondo.

La sfera musicale aderisce appieno alle logiche di indipendenza ed evasione di questo splendido posto: i Sigur Rós prima e più recentemente Ólafur Arnalds sono stati i pionieri di uno stile musicale nuovo, fusione tra la musica classica e quella elettronica. Ciò che ne viene fuori è una colonna sonora perfetta per un’aurora boreale.

Se ci aggiungiamo una voce femminile eterea, che riesca a fondere calore e freddo allo stesso tempo, e ci aggiungiamo anche l’abilità non solo di una voce baciata dal divino, ma anche notevoli capacità di polistrumentista, ottiniamo Sóley.

Dopo diversi EP intervallati da We Sink (2011) e Ask the Deep (2015), arriva Endless Summer; terzo disco effettivo e lavoro parzialmente diverso rispetto ai precedenti ispiratissimi dell’artista islandese.

La passata esperienza discografica, che ha abituato il pubblico ad un ascolto concentrato e riflessivo, sotto uno sfondo esistenzialista – a tratti volto anche a tematiche di vita pessimistiche e rassegnate -, lascia il posto a nuove tonalità: leggero e mai banale, ben orchestrato nei minimi dettagli, il genere proposto da Sóley è identificabile come un pop spinto verso livelli ultraterreni con la potenza e il calore di geyser.

Un pop che, negli ordini del disco, segue un profilo crescente lungo tutte le tracce, fino alle conclusive “Traveller” e “Endless Summer” che rappresentano un ritorno al passato sottolineato da un pianoforte incalzante, contornato ed arricchito dalla presenza di clarinetti e synth.

Sono l’eccezione rispetto al resto, che rappresenta il cambiamento radicale della vita privata dell’artista: la nascita della figlia Úa, che da il nome alla prima traccia, rappresenta uno spartiacque tra i lavori precedenti e l’avvolgente atmosfera di Endless Summer.

Come precedentemente detto, i toni crescenti appartengono alle sole due tracce finali, che sanciscono la rottura con il resto dell’ascolto, caratterizzato da una costante e mai banale ritmica, sfondo di tematiche spinte dal nuovo, ottimistico spirito dell’artista. Un dialogo aperto alle menti umane; un’esortazione alla vita e alla leggerezza, contenuti tematici e musicali diversi che non disattendono la qualità finale del risultato.

Data:
Album:
Sóley - Endless Summer
Voto:
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