Perc – Bitter Music

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Era il 2004 quando Perc fondò la Perc Trax, un contenitore di artisti (quali Truss e Forward Strategy Group) pronti ad illustrare il lato tribal-rave dei grigi cieli Britannici.

L’ultima incarnazione esplorativa di queste singolari architetture techno è “Bitter Music”, il terzo album a firma Perc.

Siamo al cospetto di un’opera che ancora una volta racconta la fusione tra uomo e macchina, un’analisi futuristica che dà seguito ai concetti sviluppati da Filippo Tommaso Marinetti, colui che nel 1910 cantò all’Europa della Belle Epoque la venuta dei tempi nuovi, la “Tecnofilia”.

Ecco quindi la rimessa in gioco dei fondamenti rivoltosi del Cyberpunk, l’intelligenza artificiale, e la traslazione all’analisi politica di oggi, un malcontento sociale che ha segnato l’intero globo senza risparmiare il Regno Unito di Perc.

Innovazione musicale o meno, questo album va oltre lo studio sonoro, sarebbe infatti assurdo parlare di futurismo e al contempo di tributo.

Perc, da Marinetti a Kandinsky, studia l’evoluzione, nulla di più. L’analisi di un uomo pronto a sviluppare in sè le qualità della macchina come: il ritmo, il dinamismo, la potenza distruttrice e per questo creatrice.

Ancora una volta oltre al suono troviamo le illustrazioni, un art-work dai palesi riferimenti Bauhaus che traccia un uomo in grado di moltiplicarsi, pronto a subire una potente metamorfosi fisica multidirezionale.

A rimarcare i tratti illustrativi troviamo 10 titoli incisivi sul malcontento della nostra era, quello che ne può scaturire non è altro che un labirintico e schematico rumore, siderurgico e cinetico.

Bitter Music” assemblò le prime note negli Eve Studios di Manchester, un laboratorio per la raccolta e il ripristino di apparecchiature del defunto “BBC Radiophonic Workshop”. Durante queste sedute presero vita le sperimentazioni elettro-acustiche che sorreggono l’intera opera. La post-produzione nella sede di North London ha concesso un valore aggiunto al “Perc Style” avvalendosi di pianoforti, flauti e collaborazioni vocali tra cui quella con Gazelle Twin.

Ricapitolando: Perc descrive l’integrazione tra uomo e macchina, attraversando un militarismo industriale colmo di rigida techno e screpolature poetiche.

Exit” è l’ingresso del labirinto di “Bitter Music”, un drone doloroso dai richiami vocali Kraftwerkiani.
Dopo qualche passaggio da dance-floor angusto, “Wax Aplle” concede un tocco analogico e affronta il tema del conflitto tra bass-line e pianoforte, fino ai beat in 4/4 di di “Chatter” allentati da un temibile seppur suadente flauto.

Le texture metalliche proseguono tra contrastanti schemi elettronici e crudeltà elettrica, non c’è luce tra le presunte minacce e torsioni sonore.

Sulle note di “Look What Your Love Has Done To Me” si spera in uno spiraglio di classicismo techno, ma una voce alienata e consapevolmente senza vita riporta il mood in un sottosuolo di oppressione per sette lunghissimi minuti. L’ultimo e unico respiro viene concesso dall’epilogo del beatless cellulare di “After Ball”.

Perc non ha paura di sfruttare le più disparate combinazioni e possibilità concesse dallo sviluppo social-tecnologico, continua a ricercare il futuro un passo in avanti nel buio. Il suo è un sistema sempre più complesso dove i confini tra umanità e sviluppo industriale si fanno sempre più offuscati, un paziente incubo creativo, sperimentale e audace.

“…E’ perciò che noi sviluppiamo e preconizziamo una grande idea nuova che circola nella vita contemporanea: l’idea della bellezza meccanica; ed esaltiamo quindi l’amore per la macchina, quell’amore che vedemmo fiammeggiare sulle guancie dei meccanici, aduste e imbrattate di carbone. Non avete mai osservato un macchinista quando lava amorevolmente il gran corpo possente della sua locomotiva? Sono le tenerezze minuziose e sapienti di un amante che accarezza la sua donna adorata. (…)
Noi crediamo alla possibilità di un numero incalcolabile di trasformazioni umane, e dichiariamo senza sorridere che nella carne dell’uomo dormono delle ali. Il giorno in cui sarà possibile all’uomo di esteriorizzare la sua volontà in modo che essa si prolunghi fuori di lui come un immenso braccio invisibile il Sogno e il Desiderio, che oggi sono vane parole, regneranno sovrani sullo Spazio e sul tempo domati. Il tipo non umano e meccanico, costruito per una velocità onnipresente, sarà naturalmente crudele, onnisciente e combattivo. Sarà dotato di organi inaspettati: organi adattati alle
esigenze di un ambiente fatto di urti continui…”

F.T. Marinetti, ‘L’uomo moltiplicato e il regno della macchina’ 1910

Data:
Album:
Perc - Bitter Music
Voto:
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