Nasum – Helvete

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“Helvete”, ossia “Inferno”. Un titolo assai eloquente, che ci dice praticamente tutto sul nuovo full length degli svedesi Nasum, una delle uscite più attese nell’ambito delle sonorità estreme fin dall’ottimo “Human 2.0” del 2000.
Grindcore, un genere che fa storcere il naso a molti, troppo spesso associato alla definizione di “rumore senza senso” per colpa di molte band che in effetti sembrano proprio pensarla così, sfornando album a dir poco discutibili.
Tuttavia, questo non è assolutamente il caso di questi svedesi, capaci di rinverdire la tradizione inaugurata da mai troppo compianti acts storici quali Carcass e Brutal Truth, nonché i vecchi Napalm Death di album quali “Fear Emptiness Despair”, unendo a tutto ciò molti elementi ispirati dal meglio del death metal svedese.
Ventidue pezzi perfettamente amalgamati ma allo stesso tempo assai vari, velocissimi e furiosi ma non per questo semplici esempi di brutalità fine a sé stessa, come possiamo sentire in tracce quali “Scoop”, “Drop Dead” (con Shane Embury dei ND al basso) e “Relics”. Un come-back a dir poco micidiale, con molti picchi e nessun calo di tensione per tutta la sua durata.
L’ascolto però lo suggerisco solamente a chi è già avvezzo a questo genere o ha voglia di sentirsi qualcosa di nuovo e totalmente devastante, di sicuro non si tratta di musica per “orecchi fini”.
Vorrei infine fare un elogio della Relapse, la label che distribuisce quest’album: negli ultimi anni la qualità delle sue uscite è andata via via migliorando, permettendo agli appassionati di conoscere degli ottimi musicisti provenienti dall’undergound. Nasum ma anche Nile, Mastodon, Dying Fetus (aspettatevi presto la recensione del loro recente “Stop at Nothing”)… un roster qualitativamente elevatissimo per quella che allo stato attuale delle cose si sta dimostrando come la migliore etichetta in ambito estremo.