Ozric Tentacles – Erpland

Acquista: Data di Uscita: Etichetta: Sito: Voto:

Il disco che mi accingo a raccontarvi è, per il sottoscritto, il più esaltante lavoro di space psychedelic rock strumentale degli ultimi 20 anni. Atmosfere acide, visioni cosmiche di pianeti lontani, suggestioni esotiche nell’utilizzo di percussioni e strumenti a fiato ma anche di altri affascinanti strumenti di estrazione etnica, si rincorrono per tutta la durata di questo straordinario “Erpland”, sesta release ufficiale datata 1990 degli inglesi Ozric Tentacles se si tiene di conto anche della produzione poco più che amatoriale su musicassetta iniziata nella metà degli anni ’80. Oltre ad essere il più riuscito nella sconfinata discografia degli Ozrics, questo è anche il disco più omogeneo e adeguatamente privo di quella ripetitività che alcuni riscontrano, a volte non a torto, nella loro musica. Il sound parte da una ritmica ben forte e effervescente sulla quale vengono cucite una serie di allucinanti trovate chitarristiche, ad opera dell’indiscusso leader Ed Wynne, e azzeccatissime soluzioni tastieristiche atte ad espandere la mente degli ascoltatori in un’orgia psichedelica dagli sconfinati sapori. Ma ciò che rende la musica degli Ozrics un’esperienza sonora davvero incredibile sono i continui riferimenti alle tipiche atmosfere della musica mediorientale attraverso al già citato utilizzo di tutta una serie di percussioni e strumenti etnici in genere che conferiscono al sound quel non so che di misterioso. Tutti i brani del disco sono assolutamente straordinari e pieni di pathos, atmosfera, particolarità ed entusiasmanti colpi di scena. L’apertura è affidata alla meravigliosa “Eternal Wheel”, uno dei pezzi più belli mai scritti dagli Ozrics che non mancherà di ammaliare anche l’ascoltatore più scettico con le sue atmosfere ipnotiche e i continui rimandi allo space psychedelic rock settantiano, con una base ritmica insistente e pulsante che ospita pazzesche trovate strumentali di un gusto fuori dal normale. “The Throbbe” è entrato di diritto nei pezzi più belli di tutti i tempi quando si parla di rock psichedelico strumentale: una lenta ed ossessiva marcia sintetica avvolge l’ascoltatore che viene di tanto in tanto scosso da innesti percussivi dal gusto asiatico e vi posso garantire che ascoltare questo pezzo dal vivo è una esperienza unica. Altro momento memorabile in “Valley of a thousand thoughts” dove sembra di assistere ad un dialogo tra ritmi tribali e natura selvaggia. Escursione in territori reggae in “Iscence” che dona al disco un meritato momento rilassante, in cui i nervi tornano a distendersi dopo le sconfinate e psichedeliche visioni provocate dai precedenti episodi. Disco di una varietà unica e dal fascino intramontabile, “Erpland” non mancherà di appassionare chi ha amato i primi Pink Floyd, gli Hawkwind e chi è alla ricerca di trasferimenti mentali in altre dimensioni senza compiere atti illeciti. Ottimo per chi vuol cominciare cominciare la scoperta di questo gruppo ancora relegato ai margini del mercato discografico.