Waters, Muddy – Hard Again

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Negli anni ’70 il rapporto tra Muddy Waters e la Chess , sua storica casa discografica, era ormai arrivato ad un punto morto. Re Muddy sembrava aver perso l’ispirazione e questo incideva parecchio sulla qualità dei suoi dischi che risultarono tutto sommato mediocri. Nel 1977 la svolta: il rapporto tra il grande bluesman e la label di Chicago si interrompe definitivamente e Johnny Winter grande amico di Waters lo fa entrare nella scuderia Blues Sky offrendosi anche come produttore per il suo nuovo album. L’attitudine rock blues di Winter da nuova linfa vitale ai brani del “re” che come d’incanto ritrova il genio che sembrava aver smarrito. La band che lo supporta in questo disco è a dir poco stellare, sicuramente la miglior formazione elettrica che Waters abbia mai avuto, in essa militano: James Cotton all’armonica, Johnny Winter alla chitarra, il fidato Pinetop Perkins al piano (egli è con Muddy fin dagli esordi e tutt’ora pur ultranovantenne continua a suonare anche dal vivo!) a cui si aggiungono il giovane Bob Margolin (ennesima grande scoperta di mr. Morganfield) alla chitarra, Willy “Big Eyes” Smith dietro le pelli e Charles Calmese al basso. Insomma il meglio che la scena blues elettrica poteva offrire. Il risultato è un disco forte e vibrante, un concentrato di blues sanguigno come solo Muddy sapeva fare. L’inizio è scoppiettante con il grande classico “Mannish Boy” il più classico dei blues “SOL\SI”, versione elettrica e potentissima che poi diventerà ancora più celebre come colonna sonora della pubblicità di una nota marca di jeans americani: Gli oltre 5 minuti di questo brano sono una pietra miliare del blues elettrico (ricordiamo che questa canzone non è altro che la versione elettrificata di “I’m a Man” riadatta allo scopo da Muddy Waters). Il secondo brano è “Bus Driver”, altro grande blues elettrico tutto incentrato sulla tagliente armonica di Cotton e sulla graffiante slide di Winter che duetta alla grande con quella del leader. Segue “I Want to Be Loved” uno dei tanti brani che Willie Dixon aveva scritto apposta per il grande bluesman del Mississippi nel loro periodo d’oro alla Chess. Ancora l’armonica è protagonista con i suoi suoni ruvidi che lacerano il tappeto sonoro costruito dal piano boogie di Perkins. “Jealous Hearted Man” si apre con il classico duetto chitarra armonica in tipico Chicago sound; James Cotton è in grande forma e si lancia in un assolo travolgente mentre il leader canta il blues da par suo. La grandezza di Muddy Waters era anche in queste piccole cose, egli dava sempre il giusto spazio a tutti i suoi musicisti senza monopolizzare la scena, cose che solo un mostro sacro come lui può permettersi di fare senza venire sminuito dalla grande bravura di musicisti così validi. E’ ora il momento del brano più famoso di Muddy quella “I Can’t be Satesfied” che lo ha reso famoso. Esecuzione classica del nostro alla slide con il solo contrabbasso come accompagnamento. Il suono elettrico ritorna subito protagonista con la vibrante “The Blues Had a Baby and They Named It…” solito collaudato schema con tutti i musicisti liberi di mettersi in luce, qui apprezziamo in modo particolare gli assoli di Johnny Winter e Bob Margolin accompagnati dalla solita grande immancabile armonica (che è la vera regina del disco oltre alla voce di Muddy). “Deep Down in Florida” ha un tempo più cadenzato, un vero lamento blues che arriva dall’anima del leader. “Crosseyed Cat” è un altro classico Chicago blues, nulla di eccezionale ma nel disco ci sta alla perfezione. La chiusura del disco è affidata a “Little Girl”, brano dal ritmo più lento dei precedenti caratterizzato dalla bella chitarra di Margolin e dal cantato down home di Waters. Hard Again è un disco manifesto del blues elettrico anni 70, il perfetto connubio tra la scena di Chicago e quella del Delta, una band di valore mostruoso e il solito immenso Muddy Watyers vero e incontrastato re. La bellezza di questo lavoro inoltre sta anche nel poter apprezzare alcuni grandi musicisti come Johnny Winter e James Cotton nel loro periodo migliore oltre che alla scoperta del giovane Bob Margolin uno che poi negli anni si farà un nome nel mondo del blues. Disco impedibile adatto a tutti i tipi di orecchie e, a mio parere, un modo splendido per chi ne è a digiuno di avvicinarsi alla musica del diavolo..