Davis, Guy – Chocolate to the Bone

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Guy Davis, figlio d’arte, dopo una carriera come attore dalla metà degli anni ’90 si dedica a tempo al blues. Dal 1995 a oggi ha gia pubblicato 6 album (compreso quest’ultimo) imponendosi come uno dei maggiori interpeti della scena blues acustica contemporanea. La sua discografia non presenta nessuna caduta di tono mantenendosi sempre su livelli molto elevati. Il suo stile si rifà ai grandi maestri del folk blues come Sleepy John Estes e Son House ma è fortemente ispirato anche dal country blues rurale del primo John Lee Hooker, quello di album come “House of The bLues” , soprattutto nelle linee melodiche del suo cantato mentre la sua voce ricorda a tratti quella di Robert Pete Williams così profonda ed espressiva. Guy è un ottimo cantante blues e uno strumentista raffinato in grado di suonare splendidamente molti strumenti. In questo album si cimenta alla chitarra fingerpicking, 12 corde, slide al banjo e all’armonica. Ad accompagnarlo c’è il fido Tom “T-Bone”Walk un polistrumentista dalle grandi qualità gia con lui nei precedenti lavori sempre prodotti da John Platania, che ha alle spalle un’ottima carriera da session man avendo lavorato anche con Van Morrison. Il disco si snoda ottimamente tra composizioni originali e rivisitazioni di classici del passato. Quella che Guy ci offre è una musica antica prontamente radicata nella sua cultura a cui il nostro aggiunge un tocco di modernità. Troviamo così la bella “Limetown” basata su una song di Sleepy John Estes ma che non disdegna di richiama il celebre pattern di “Rollin & Tumblin’” , splendida song incentrata sul banjo e sull’armonica di Davis. “Tell Me Where the Road Is” è un country blues di quelli in cui era maestro Mississippi John Hurt, dolce ed espressivo sostenuto dalla meravigliosa ugola di Davis.” Step It Up and Go” è un traditional che il nostro rilegge in modo diretto e vivace mentre “I Believe I\’ll Lose My Mind”è un vero omaggio a John Lee Hooker, e al Delta blues, sia nel suono della sua chitarra che nell’uso della voce con quel hollerin appena accennato. La successiva “Right on Time” si sposta su coordinate più folk e anche la voce di Guy si fa meno cupa e profonda, avvicinandosi di più come timbro a quella di Estes, e la solita armonica disegna belle linee melodiche dal sapore antico. Bellissima la ballad “Set a Place for Me” segnata da una delicata armonica da un leggero hammond che le danno un tocco sognante e struggente al tempo stesso, canzone davvero meravigliosa e fantastica prova canora di Davis. La successiva “Shortin’ Bread” è un esilarante traditional in stile country blues tutto incentrato sull’armonica, il banjo e il controcanto. “Drifting Blues” è uno slow arricchito dalla sezione ritmica. Bella la rivisitazione del classico di Blind Lemon Jefeferson “Matchbox Blues” con un grande lavoro di Guy alla slide. Molto bellea anche la cover del classico di Wille Dixon, reso celebre da Howlin Wolf, “Back Door Man”. Si chiude con “Railroad Story” un divertente brano solo armonica e voce in cui Davis imita il verso di alcuni animali.
Con questo suo nuovo album Guy Davis si conferma come uno dei migliori interpreti moderni della tradizione folk e country blues. Chocolate To The Bone è un disco solido che scorre via liscio senza cadute di rendimento spaziando tra le varie influenze del suo autore che si dimostra cantante e musicista di grande valore.