Whipping boy – Heartworm

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Un passo da gigante quello fatto dai Whipping Boy confrontando questo Heartworm col precedente lavoro. Quello che stupisce è il gruppo che sembra aver trovato la forma loro più congeniale già al secondo disco con un guitar pop che sa essere dolce e delicato (Personality) ma allo stesso tempo graffiante e accattivante (When we were young). Non più schitarrate gratuite, ma ricerca di riff e fraseggi, di un sound piacevole che conquista l’ascoltatore pur non proponendo novità assolute in fatto di canzoni e strutture. Ma almeno c’è più personalità, e le 10 tracks si lasciano ascoltare piacevolmente. Il punto di svolta è l’inserimento della band in quel filone di musica che recupera la tristezza e la malinconia degli anni 80, di gruppi tipo Cure e Smiths, dandogli nuova vita con un sonoro più accattivante e incisivo, sulla scia di gruppi come Idlewild e Marion (quando si preferiscono le distorsorsioni ) o Kent e Eskobar (quando si preferisce la melodia).Un nuovo mix decisamente migliore ma che talvolta prende la mano ai Whipping, facendoli esagerare in alcuni episodi con gli overdrive (Users). Evidentemente la band è più a suo agio con i momenti più calmi e emotivi (The Honeymoon is over) che con un sound più power pop (Blinded) poco convincente. Proprio dai primi viene fuori il pezzo migliore del disco:Morning Rise, un perfetta ballad in stile Beatles abbellita dagli archi e da una voce calda e profonda. Speriamo di non vederli cadere nel dimenticatoio proprio ora che danno segni di ripresa!